Nel Centro studi laboratorio d’arte di via Caronda, 316, sono stati presentati i tre spettacoli realizzati da “Officina teatro canzone”: “Angelo Mangano, un poliziotto scomodo”, “Marina, il sogno di mio padre” e “L’Asino di San Giuseppe”, che saranno proposti al pubblico l’11 e il 25 marzo, mentre è ancora da stabilire la data del terzo spettacolo.
Ad illustrare la rassegna teatrale Giuseppe Pastorello, autore, cantante e regista e presidente di Officina teatro canzone, l’attrice Cristina Giarmanà e il regista Alfredo Lo Piero che ospiterà nella sua sala di via Caronda gli spettacoli. Si tratta di due storie dimenticate, ma che ritornano incredibilmente di attualità in questo periodo, e di una novella di Giovanni Verga dove il protagonista, un asino, simboleggia la sofferenza dell’umanità e i nuovi schiavi che migrano per cercare migliori condizioni di vita e spesso si ritrovato sfruttati a lavorare nelle campagne al limite della sopravvivenza. Presente Fabio Ferma, in rappresentanza del Circolo Culturale “Giovanni Verga” di Vizzini.
Il primo spettacolo racconta la storia di Angelo Mangano, un questore della Pubblica sicurezza, nato a Giarre, che in Sicilia indagò sulla mafia e in Sardegna contrastò il banditismo. Il figlio, omonimo, che ha contribuito alla realizzazione del testo con la documentazione raccolta negli anni, è stato presente con un contributo video. Il secondo spettacolo è incentrato sulla distruzione di Marina di Melilli e sul trasferimento dei suoi abitanti, sacrificati nel nome dell’industrializzazione, a metà degli anni Sessanta.
Gli spettacoli saranno ospitati nella sala di via Caronda , 316, con inizio alle ore 20, atto unico, durata circa 70 minuti. Il costo è di 10 euro. L’incasso degli spettacoli sarà devoluto in beneficenza a tre associazioni: Intercral Polizia Italia, Comitato stop veleni Augusta, Priolo, Melilli, Siracusa e Circolo culturale “Giovanni Verga” di Vizzini.
“Angelo Mangano, un poliziotto scomodo”, Giuseppe Pastorello (voce e chitarra acustica), Roberto Giannì (piano), Christian Bianca (violino), Annalisa paladino (basso elettrico), Agnese Firullo (voce), Maurizio De Luca (voce recitante).
Sala del Centro studi laboratorio d’arte, via Caronda, 316 Catania, sabato 11 marzo, ore 20, biglietto 10 euro.
Per informazioni e prenotazioni: 3939393189, facebook officinateatrocanzone, [email protected]
SCHEDE SPETTACOLI
I tre spettacoli sono stati scritti sia per la parte musicale che per la prosa da Giuseppe Pastorello e gli arrangiamenti musicali sono stati elaborati da Roberto Giannì. Gli spettacoli seguono lo schema del teatro canzone, un genere espressivo legato alla teatralità, alla parola e alla musica e la sua struttura è costituita da un’alternanza di canzoni e monologhi o, più precisamente, di parti cantate e recitate”. Le tematiche hanno un notevole impatto sociale e culturale. L’originalità delle opere di Giuseppe Pastorello sta nella struttura degli spettacoli che vengono gustati dallo spettatore come un film con la narrazione di una vicenda che si evolve durante la rappresentazione con una forte connotazione emotiva e culmina nell’atto finale dove la riflessione è d’obbligo. La durata degli spettacoli non supera 1 ora e 15 minuti.
ANGELO MANGANO, un poliziotto scomodo.
Parla di un illustre giarrese il commissario Mangano, in seguito questore, che combattè negli anni 60/70 una guerra spietata contro la mafia ma, contrariamente a quanto avvenuto per altri servitori dello Stato, la sua opera non è stata riconosciuta e, dopo avere subito un attentato quasi mortale dovette difendersi negli ultimi anni della sua vita da accuse infamanti. La mafia non essendo riuscita a sopprimerlo fisicamente, tentò di ammazzarlo moralmente. Lo spettacolo si articola in varie fasi: L’arrivo a Corleone, l’azione contro la criminalità, la confessione di una donna coraggiosa, il ritorno a Roma, il processo di Bari, il suo ricovero per l’attentato. Gli interpreti : Giuseppe Pastorello (voce, chitarra acustica), Roberto Giannì (pianoforte), Maurizio De Luca (voce recitante), Agnese Firullo (voce), Annalisa Paladino (basso elettrico), Christian Bianca (violino).
MARINA, Il sogno di mio padre (liberamente spirata dal libro “Il mio nome è Marina” di Roselina Salemi)
Si parla della triste storia di Marina di Melilli, un borgo di pescatori che si affacciava sul golfo di Targia, di fronte alla bellissima penisola di Thapsos, tra il porto di Augusta e la città di Siracusa. Negli anni ’60 in quell’area cominciarono i lavori per costruire il petrolchimico di Priolo-Siracusa, uno dei più grandi poli industriali d’Europa. Il paesaggio cambiò radicalmente. Il paese di Marina di Melilli venne raso al suolo. L’aria divenne irrespirabile, l’acqua del mare era avvelenata e i pesci morivano. Gli abitanti se ne andarono, tranne una decina di famiglie che non vollero abbandonare le proprie case. Uno di loro guidava la resistenza denunciando gli abusi di aziende senza scrupoli che stavano a poco a poco distruggendo quel pezzo di costa incontaminato dai tempi della Magna Grecia. Si chiamava Salvatore Gurrieri, fu ucciso nel 1992 da due sicari che lo sorpresero nel sonno e lo lasciarono morire, incaprettato, nel bagagliaio della sua auto. I killer furono arrestati e processati, i mandanti sono rimasti ignoti. La paga per quel delitto fu di duecentocinquantamila lire a testa. (www.marinadimelilli.it)
Lo spettacolo si sofferma sugli ultimi giorni trascorsi dagli abitanti nelle loro case, descrivendo l’incantevole zona detta “paradiso degli dei”, la vita degli abitanti, le mal velate minacce nei confronti di coloro che non volevano andare via, l’abbandono delle case, il travaglio del prete nel non volere seguire le direttive di chi gli chiedeva di lasciare la Chiesa, la baldanza di un onorevole corrotto che anteponeva il progresso alla vita della gente, le confessioni di un criminale e il dolore di una bambina per l’abbattimento della sua casa. E’ un unico messaggio: “Noi torneremo lì, ti rifaremo lì, non avremo la stessa età ma avremo tanta forza in più”.
Gli interpreti : Giuseppe Pastorello (voce, chitarra acustica), Roberto Giannì (pianoforte), Maurizio De Luca (voce recitante), Agnese Firullo (voce), Annalisa Paladino (basso elettrico), Christian Bianca (violino).
L’ASINO DI SAN GIUSEPPE (Tratto dall’omonima novella di Giovanni Verga)
L’opera segue fedelmente la novella di Giovanni Verga spostando l’attenzione dello spettatore verso alcuni aspetti della civiltà contadina, oggi incomprensibili per i giovani, che trovano ancora alloggio in quegli stati dove i diritti umani non sono pienamente riconosciuti. L’Asino è visto solo come un attrezzo da lavoro e, come tale, viene valutato in funzione al prezzo di acquisto, il consumo di cibo e la resa che, se negativa, anche se condizionata dalle avverse condizioni del tempo, tuttavia viene addebitata alla sfortuna che l’Asino di San Giuseppe naturalmente si porta dietro.
L’asino di san Giuseppe è l’emblema di un’umanità, il simbolo della lotta quotidiana che accomuna uomini ed animali con l’unico scopo di perpetuare una vita di stenti senza possibilità di riscatto.
Gli eventi si susseguono partendo dalla vendita dell’animale e percorrendo le varie tappe fra le quali vengono evidenziate : la speranza e il dolore della madre che vede il figlio ormai pronto per lavorare ma con il timore che possa soffrire più del necessario; la “pisata” dove l’animale viene aggiogato a bestie più grandi di lui costringendolo a trottare oltre le sue forze; l’occhio di un bambino che non sopporta il trattamento che viene riservato all’asino; la mancanza di qualunque forma di rispetto verso gli animali da parte del “gessaro” che raccoglie gli asini a “fine carriera” per dare loro gli ultimi colpi di grazia; La descrizione della situazione delle donne nella civiltà contadina e le riflessioni immaginarie di un autore che avrebbe voluto scrivere “di un asino che gioca con mio figlio”.
Gli interpreti : Giuseppe Pastorello (voce, chitarra acustica), Roberto Giannì (pianoforte), Maurizio De Luca (voce recitante), Cristina Giarmanà (voce recitante) Desirè Ragusa (voce), Annalisa Paladino (basso elettrico), Christian Bianca (violino).