Le `frecce tricolori´ sui cieli di Istanbul lasciano una scia di lacrime commoventi, parole gonfie di orgoglio e ottimismo e altre imprese da podio.
Perché c’è un’Italia a tutta velocità, in pista e in pedana, che ha allargato il numero dei suoi interpreti e, dopo le imprese olimpiche di Tokyo, guarda adesso dritto al Mondiale con ancora più rinnovata fiducia e con nuovi protagonisti pronti a regalare altre emozioni. L’impresa di Samuele Ceccarelli che batte il suo idolo Marcell Jacobs sui 60metri per una storica doppietta azzurra spinge la squadra italiana verso traguardi da sogno, e nel’atto conclusivo di questi Euroindoor da incorniciare conquista altri due argenti pesanti, con Larissa Iapichino nel lungo, con tanto di record Italiano (6.97, superando mamma Fiona) e la staffetta 4×400 femminile per un bottino di sei medaglie, di cui due d’oro e quattro argenti. Numeri che testimoniano la forza di un gruppo che ha portato venti azzurri in finale (erano 12 nell’ultima edizione di Torun).
Il `day after´ per Ceccarelli, è un turbinio di emozioni e di commozione, quella che fino ad allora era riuscito a tenere sotto controllo. Sul podio per la premiazione, l’atleta toscano, artefice di un mese da favola (campione italiano ed europeo in appena due settimane), si è sciolto al risuonare dell’inno di Mameli. Ed è lì che ha iniziato a rendersi conto dell’impresa realizzata: «Almeno una lacrima doveva scendere, perché questa vittoria vuol dire davvero tanto. È il sogno di chi fa sport, cantare l’inno sul gradino più alto, non potevo non emozionarmi in un momento del genere. In un’unica trasferta ho portato via tutto quello che potevo. È la medaglia più bella che posso appendere in camera», ha dichiarato il nuovo campione europeo indoor che ha raccolto il testimone di Jacobs superandolo di due centesimi in finale. Il plurimedagliato azzurro lo ha omaggiato con tutti gli onori e da capitano della squadra azzurra si è subito proiettato sulla stagione all’aperto e su un Mondiale, ad agosto a Budapest, dove l’Italia potrà contare su una staffetta di assoluto valore. «Caro Samu, è la tua medaglia più bella… per ora», è stato l’incoraggiamento del `capitano´, esempio di fair play. «Sarà un anno importante – ha detto Jacobs – con i Mondiali, e la staffetta ha bisogno. Sono un grande agonista, fa male non aver vinto, ma allo stesso tempo riconosco quando qualcuno è più bravo di me». Il re d’Olimpia non ha nascosto dunque l’amarezza per la sconfitta ma allo stesso tempo trova il modo di sfruttare questo argento per andare ancora più forte: «Per me è benzina su un fuoco che si sta per accendere. Il suo oro fa capire quanto stia crescendo il movimento: il campionato italiano sarà veramente intenso, ora aspettiamo il ritorno di tanti altri, Tortu, Ali, Patta, sarà quasi come i Trials americani». Marcell ha lo stmaco sottosopra e assicura di avere più fame di prima: «Sono ancora all’antipasto».
Ma è tutta l’Italia dell’atletica che mostra di essere insaziabile. Nell’ultima giornata di gare prestazione memorabile di Larissa Iapichino, che al quinto salto, al termine di una gara di altissimo livello dopo aver eguagliato il suo primato italiano di 6.91 lascia la zampata finale con un 6.97 che le vale l’argento dietro la britannica Jazmin Sawyers con 7,00 e la consacrazione internazionale dopo un lungo periodo di oscurità. «Per la prima volta in vita mia ho pensato solo a saltare e a niente altro. Volevo stare nella mischia fino alla fine, ero competitiva e volevo essere grintosa e con voglia di fare. Sono un po’ cresciuta», ha raccontato con tutta l’euforia che aveva in corpo. Ed emozionante è stata anche la prova delle staffettiste azzurre della 4×400 (Alice Mangione, Ayomide Folorunso, Anna Polinari ed Eleonora Marchiando) che in 3’28″61 (nuovo primato nazionale) sono arrivate alle spalle dell’inarrivabile Olanda (3’24″66). «Stiamo riportando l’Italia di nuovo ai massimi livelli», ha dichiarato il presidente della Fidal, Stefano Mei, che si coccola una squadra pronta a stupire ancora.