Si consuma all’alba, al confine tra le province di Crotone e Catanzaro, la tragedia di migranti più grave mai accaduta nei mari calabresi.
Davanti alla spiaggia di Steccato di Cutro, nel crotonese, un barcone vecchio e malandato che trasporta circa 180 persone tra uomini, donne e bambini, complice il mare forza sette, urta una secca e si sbriciola. Il bilancio è tremendo. I soccorritori recuperano 59 cadaveri, 30 uomini di cui 9 minori; e 29 donne, fra le quali 5 bimbe. Erano quelli sistemati al centro ed a poppa che, non sapendo nuotare, non hanno avuto scampo. All’ appello mancano ancora almeno due decine di dispersi.
Le forti correnti marine portano i corpi anche a diversi chilometri di distanza verso sud, a Le Castella di Isola Capo Rizzuto fino a Botricello, nel Catanzarese. I superstiti sono 81, tutti adulti: 50 vengono portati al Centro di accoglienza S.Anna mentre gli altri sono ricoverati per ferite, fratture o ipotermia. I primi soccorsi da alcuni pescatori della zona.
Scene raccapriccianti di bimbi senza vita tra le braccia di madri disperate: era il viaggio della speranza, è stato il viaggio della morte, arrivata ad un passo dalla terra promessa. Sul posto sono arrivati via via tutti i soccorsi: carabinieri, guardia di finanza, polizia di stato, 118 e croce rossa, volontari e protezione civile. Il mare agitato ha consentito perlustrazioni solo con moto d’acqua ed in cielo con i velivoli delle forze armate.
Intanto tra i superstiti è stato individuato e fermato un turco, potrebbe essere uno scafista. Proprio dalla Turchia la barca era partita, troppo carica di persone, 4 giorni prima. Ognuno aveva pagato circa 2.500 euro per sognare una nuova esistenza, pur conoscendo i pericoli della traversata.
Nel pomeriggio, presso la prefettura di Crotone, arrivano il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi; con lui la sottosegretaria Wanda Ferro. «La strategia del Governo non cambia – dicono i due rappresentanti del governo Meloni – puntiamo a fermare i trafficanti di uomini nelle loro terre». Al tavolo anche il presidente della regione Calabria Roberto Occhiuto, il comandante generale della Guardia di Finanza Giuseppe Zafarana e tutti i maggiori responsabili delle forze armate calabresi. Il ministro promette: «torneremo a riorganizzare meglio l’accoglienza nei porti della Calabria, non è giusto che ricada tutto sui sindaci di questi centri».