Buone notizie per i produttori italiani di fronde e fogliame ornamentali che aumentano del 20% le vendite a discapito delle rose.
Lo rileva l’Associazione dei Florovivaisti di Cia-Agricoltori Italiani, precisando che pur restando il fiore più venduto nella festa di San Valentino, la rosa a gambo lungo (sopra i 70 cm) raggiunge i 10 euro a stelo.
Nei bouquet tende quindi a prevalere la confezione con surplus di verde grazie soprattutto al ruscus e all’eucalipto venduti all’ingrosso a 10 euro/Kg. Si prevede anche un aumento del 20% di vendita dei bouquet misti in cui prevale prodotto tipico Made in Italy, con composizioni dal costo medio di 20 euro; e quindi iris, ranuncoli, fresie, anemoni, gerbere e garofani (da 1,5 ai 2 euro del ranuncolo clone, il più pregiato).
A causa dei costi energetici, è sempre più caro l’import delle rose da Equador, Colombia, Kenya e Etiopia, spiega Cia, dove il basso costo della manodopera e il clima caldo, che non necessita serre riscaldate, non rendono più competitiva la produzione europea di questo fiore. Cia ricorda che il settore del fiore reciso italiano, a differenza del Nord Europa, è particolarmente legato alle ricorrenze, dalla festa della mamma, equella della donna, passando per San Valentino e il giorno dei defunti, che rappresentano più del 50% degli acquisti annui di fiori.
In Italia il florovivaismo rappresenta il 5% della produzione agricola e conta 27 mila aziende e 100 mila addetti, di cui 20 mila coltivano fiori e piante in vaso e 7 mila sono vivai. Il comparto intero vale 2,5 miliardi di euro, con cinque Regioni che intercettano l’80% della produzione nazionale: la Liguria, che copre il 31% del totale, la Campania con il 16%, la Toscana con il 13%, la Puglia con l’11% e la Sicilia con il 10%.
In Italia il florovivaismo rappresenta il 5% della produzione agricola e conta 27 mila aziende e 100 mila addetti, di cui 20mila coltivano fiori e piante in vaso e 7mila sono vivai. Il comparto intero vale 2,5 miliardi di euro, con cinque Regioni che intercettano l’80% della produzione nazionale: la Liguria, che copre il 31% del totale, la Campania con il 16%, la Toscana con il 13%, la Puglia con l’11% e la Sicilia con il 10%.