Marco Mengoni vince il Festival di Sanremo 2023 con la canzone «Due vite».
Secondo posto per Lazza («Cenere»), terzo Mr Rain («Supereroi»), quarto Ultimo («Alba»), quinto Tananai («Tango»). Dopo la top five: sesta Giorgia («Parole dette male»), settima Madame («Il bene nel male»), ottavo Rosa Chemical («Made in Italy»), nona Elodie («Due»), decimi Colapesce e Dimartino («Splash»), che si sono aggiudicati i premi della critica. Un Festival storico (anche per la presenza del presidente Mattarella nella prima serata) che è piaciuto molto ai telespettatori con oltre il 60% di share per ogni serata. Che ha conquistato giovani, social e streaming. E qui è giusto togliersi il cappello davanti a Chiara Ferragni.
Un Festival che ha visto la grande esibizione dei tre tenori del pop, Gianni Morandi-Massimo Ranieri-Al Bano, di Peppino di Capri e Gino Paoli, di Ornella Vanoni e dei Pooh, che ha visto i monologhi delle co-conduttrici ricevere applausi, e una top five però tutta maschile. Quindi senza Giorgia, Madame, Elodie. È stato il Festival dei Maneskin e dei Depeche Mode.áMa è stato anche il Festival delle polemiche politiche. Forse è meglio dire degli attacchi e veleni politici. Da Zelensky a Fedez. Nella serata di Zelensky oltre alla lettera del presidente ucraino e l’esibizione della band rock ucraina Antytjla, la canzone di Tananai sembra perfetta.
L’ambasciatore ucraino aveva detto che «la cultura non può stare lontano dalla politica soprattutto in tempo di guerra, l’Ucraina apprezza molto il sostegno dell’Italia a protezione dei diritti civili. Spero che il messaggio di stasera del presidente sia ascoltato da tutti gli italiani e da tutti gli amanti della cultura. Grazie alla Rai per aver accettato la richiesta del nostro presidente di dare spazio al messaggio». E il presidente Zelensky ha scritto nella lettera letta da Amadeus che «l’Ucraina sicuramente vincerà la guerra. Vincerà insieme al mondo libero. Vincerà grazie alla voce della libertà, della democrazia e, certamente, della cultura. Ringrazio il popolo italiano e i suoi leader che insieme all’Ucraina avvicinate questa vittoria».
Sul caso Fedez e i veleni politici il direttore dell’intrattenimento Prime Time Rai, Stefano Coletta, ha ribadito con estrema chiarezza: «L’unica raccomandazione che un dirigente Rai può fare è che non ci siano messaggi politici, cosa che la vicedirettrice Federica Lentini ha fatto inviando un messaggio al nostro staff sulla nave quando Fedez non ha consegnato il testo modificato».
E poi sul caso di Articolo 31 e Fedez che hanno gridato «Giorgia, legalizzala» sul palco e ai politici che hanno chiesto le sue dimissioni Coletta ha sottolineato: «Le cose che succedono in diretta sono spesso imprevedibili, e chiedere le dimissioni ogni volta significa che si dovrebbero dimettere tutti i dirigenti della Rai, non è una cosa civile. Ma siccome di fronte al 70% di share si sta parlando solo di questo, non la trovo una cosa civile. Un prodotto televisivo non è per forza sempre il risultato di strumentalizzazioni politiche, io ho sempre un approccio tecnico. Se devo rispondere anche di ciò che un artista improvvisamente fa sul palco di Sanremo, dopo che qui sto lavorando e dormendo da giorni tre ore a notte per fare questo prodotto, non è civile».
Non a caso dopo il bacio di Rosa Chemical al solito Fedez, Fiorello in videochiamata ha chiesto «Dov’è Coletta? Fatemelo vedere per l’ultima volta. Dopo a un certo punto c’è stato Achille Lauro, che al confronto sembrava Cristina D’Avena. È un Festival stupendo, domani i dirigenti Rai andranno tutti a casa, ma è stupendo». Ma sulle interferenze politiche Amadeus è ancora più netto: «Qui io sostengo e difendo l’arte, su questo palco, a spada tratta e se c’è qualcuno che non apprezza quest’arte non lo commento neanche. Mai ho ricevuto in 4 anni di Festival una pressione politica, e non lo permetterai mai».