Tossicodipendenti che per pochi euro o qualche dose di droga, muniti di documenti falsi, venivano convinti a farsi vaccinare più volte, per procurare a soggetti «no vax» la certificazione «green pass».
Per una delle «cavie», è stata accertata la somministrazione di 3 dosi di vaccino in meno di un mese, a grave rischio per la propria salute.
È quanto emerso dall’operazione `9×21´ eseguita all’alba di oggi dai carabinieri del comando provinciale di Catania l’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale etneo, relativa a 17 indagati, 9 dei quali destinatari di misura cautelare, accusati di “rapina aggravata”, “sequestro di persona”, “fabbricazione, porto e compravendita di armi clandestine”, “falso materiale”, “cessione di stupefacenti” e “ricettazione”.
Dall’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, è emerso come gli indagati, oltre ad aver commesso tre rapine a mano armata in esercizi commerciali di San Giovanni La Punta, fabbricassero anche armi clandestine perfettamente funzionanti, vendute a criminali del luogo per circa mille euro cadauna.
L’attività investigativa – come si diceva – ha portato alla luce un articolato sistema criminoso, in cui tossicodipendenti, per pochi euro o qualche dose di sostanza stupefacente, muniti di documenti falsi, sarebbero stati convinti a farsi vaccinare più volte, per procurare a soggetti “no vax” la certificazione “green pass”. Per una delle “cavie”, è stata infatti accertata la somministrazione di 3 dosi di vaccino in meno di un mese, a grave rischio per la propria salute.