Sanremo, emozioni al Festival per i 3 Highlanders Al Bano-Morandi-Ranieri: in testa ancora Mengoni

Sanremo, emozioni al Festival per i 3 Highlanders Al Bano-Morandi-Ranieri: in testa ancora Mengoni

Momenti intensi di commozione e di passione nella seconda serata del Festival di Amadeus, che vede protagonisti gli altri 14 cantanti in gara, capitanati da Giorgia, Madame, Lazza, Tananai, Colapesce e Dimartino.

In testa, dopo i soli voti della sala stampa, al termine delle prime due serate è Marco Mengoni, davanti a Colapesce e Dimartino e Madame.

La serata prende il via con il co-conduttore, Gianni Morandi, che dopo l’annuncio di Amadeus è arrivato con una scopa in mano ripetendo la gag di ieri sul palco dopo che Blanco ha distrutto la scenografia di rose. «Mi dà sicurezza tenerla con me, sai qui non si sa mai. E ho visto che c’è ancora qualche petalo. Poi sai, tutto succede su questo palco, quindi va coccolato, va tenuto pulito», ha detto Morandi, prima di intonare `Grazie dei fiori´. Dopo pochi minuti è arrivato il momento più atteso con l’entrata in teatro dei tre Highlander (come li definirà Fiorello a tarda sera), Gianni Morandi che in galleria canta `In ginocchio da te´, poi Massimo Ranieri in platea canta `Vent’anni´, infine con ingresso dalle scale Al Bano canta `Nel sole´, poi i tre si riuniscono sul palco, per la prima volta insieme. Tutto il pubblico in piedi applaude. I tre artisti cominciano dando vita a una sfida scherzosa con `Andavo a cento all’ora´, `Se bruciasse la città´ e `Mattino´. Ranieri canta `Rose rosse´, Morandi `Scende la pioggia´, Al Bano `Felicità´. Poi Ranieri `Perdere l’amore´, Morandi `Uno su mille´, Al Bano `È la mia vita´.

Alla fine della performance vengono fatte entrare quattro torte per Al Bano che compie «quattro volte 20 anni». Spente le candeline i tre, insieme, si cimentano ne `Il nostro concerto´ di Umberto Bindi. Lunga standing ovation dell’Ariston e l«esibizionista’ Al Bano si cimenta nelle flessioni a terra. Un altro passaggio musicale importante è quello con i Black Eyed Peas, primi ospiti internazionali, che fanno ballare l’Ariston. Il momento dedicato all’Iran è affidato a un monologo dell’attivista italo-iraniana Pegah Moshir Pour, accompagnata da Drusilla Foer nel recitare un brano sui diritti negati nel Paese degli Ayatollah, scritto da Shervin Hajipour, dal titolo `Baraye´. Arriva il monologo di Francesca Fagnani che racconta le storie di giovani nel carcere minorile che hanno sbagliato ma che vogliono riscattarsi. «Non tutte le parole sono uguali e non tutte arrivano a noi con facilità. Ci sono parole che per arrivare sul palco di Sanremo devono abbattere cancelli e muri, come queste che arrivano dal carcere minorile di Nisida, da ragazzi che non cercano la nostra pena, perché non saprebbero che farsene».

Il monologo prosegue con «Furti, rapine, ma `non siamo criminali per sempre´. Alla domanda perché lo hai fatto però, non trovano la risposta. Hanno 15 anni e gli occhi pieni di rabbia, di vuoto, hanno 18 anni e lo sguardo è perso oppure sfidante. La scuola l’hanno abbandonata ma nessuno li ha mai cercati, neanche gli assistenti sociali, che sono troppo pochi per certe periferie». Fagnani sottolinea, parlando dei giovani detenuti: «Il tuo futuro non è irreversibile. Se quando esci da qui rispetti la legge, superi i pregiudizi. Ma se non ce la fai e torni in carcere, quello vero, quello degli adulti, allora sì, è davvero finita. Perché in Italia, tranne qualche eccezione, il carcere serve solo a punire il colpevole, non a rieducare e tantomeno a reinserire nella società». Amadeus torna sul palco e sottolinea come «Parte di questo monologo sia stato preparato insieme ad alcuni detenuti del carcere minorile di Nisida, che ora ci stanno guardando».

Un altro momento clou è la canzone rap di Fedez sulla nave Costa Smeralda in un freestyle strappa la foto del viceministro Galeazzo Bignami vestito da nazista e si prende tutte le responsabilità: «La responsabilità di quello che ho fatto è solo mia, la Rai non conosceva il testo di quello che avrei cantato». Poi si esprime sull’aborto: «Putroppo l’aborto è un diritto’, sì ma non l’ho detto io, l’ha detto un ministro. A volte anch’io sparo ca..ate ai quattro venti ma non lo faccio a spese dei contribuenti».

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