Catania, ‘Finis Terrae’ e i ‘senza nome’ della Shoah: lo spettacolo al debutto nella Sala Di Martino

Catania, ‘Finis Terrae’ e i ‘senza nome’ della Shoah: lo spettacolo al debutto nella Sala Di Martino

Si accendono nuovamente le luci della ribalta per la Compagnia catanese Fabbricateatro che debutta con lo spettacolo dal titolo “Finis Terrae” – alla memoria di Walter Benjamin dei “senza nome” della Shoah – oggi, giovedì 9 febbraio, alle ore 19:30 presso la Sala Giuseppe Di Martino sita in Via Caronda, 82 a Catania.

In calendario ben undici repliche, sarà possibile assistere allo spettacolo nei seguenti giorni: 10,11,12,16,17,18,19,21,22,25 e 26 febbraio. Nei feriali lo spettacolo andrà in scena alle ore 19:30 mentre le domeniche alle ore 18:00. Il biglietto d’ingresso ha il costo di 5€, è già possibile prenotarsi contattando il numero 347 3637379.

L’Associazione Culturale metterà in scena una pièce sul Giorno della Memoria per le vittime della Shoah ispirato al convegno dal titolo “Oggi è arrivato il momento…” tenutosi lo scorso 27 gennaio presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali a Catania. A tal proposito il regista Elio Gimbo spiega: “Ho sempre nutrito pudore verso il pensiero di lavorare ad uno spettacolo sulla Shoah, probabilmente a causa dell’inflazione mainstream nazionalpopolare sull’argomento per cui ogni anno vengono proposti contenuti spesso uguali. Così facendo il Giorno della Memoria è paragonabile all’attesa del Festival di Sanremo o a qualsiasi altro evento sistematicamente posto all’attenzione delle masse obbligate alla partecipazione emotiva ed al dibattito. Quest’anno due fattori hanno contribuito a vincere il mio imbarazzo: l’invito dell’Università degli Studi di Catania a presentare una ‘dimostrazione di lavoro’ al convegno – ottimamente organizzato da Stefania Mazzone – e l’intervento accorato di Liliana Segre sul futuro di questa ricorrenza dato che la folla di studenti manifestava tutt’altro che il disamoramento paventato dalla senatrice. Mi sono chiesto che ruolo possa avere l’arte – e il teatro in particolare – verso gli spettatori interessati al tema scottante della Shoah”.

Cosa potrebbe aggiungere il teatro per i suoi spettatori rispetto al mainstream? Il regista ha pensato a canzoni, film, poesie e libri che tutt’oggi sono in grado di restituire un brivido attraverso un’esperienza fisica e non mentale grazie alla poesia delle parole, delle immagini e dello spazio. L’affermazione “scrivere una poesia dopo Aushwitz è un atto barbarico” affermata da Theodor Adorno nel 1949 è stata smentita nel 1984 da Primo Levi “(…) dopo Aushwitz non si può più fare poesia se non su Aushwitz, o per lo meno tenendo conto di Aushwitz”.

“Nel 1995 mi imbattei nel Memoriale che a Portbou (Spagna) l’architetto-scenografo Dani Karavan ha dedicato a Walter Benjamin e a tutte le vittime della Shoah – continua a spiegare Elio Gimbo – L’esperienza della discesa e risalita nel ‘passages’ è difficile da raccontare se non con tutto il corpo. Questo è il valore aggiunto che il  teatro può realizzare: la concretezza di un’esperienza di sofferenza corporea inimmaginabile per chiunque di noi se non accettando di passare per il proprio corpo attraverso un’esperienza equivalente”.

Sul palco assisteremo alla performance delle attrici Sabrina Tellico e Maria Stella Anile (Kokken) dedicata alla memoria del filosofo tedesco Walter Benjamin e di tutti i “senza nome” della Shoah. Allo spettatore verranno forniti i principi sottesi ad una trasfigurazione teatrale del doloroso calvario attraversato dagli esuli, ignoti o celebri che si tolsero la vita per sfuggire alla Gestapo insieme ai principi ricorrenti tra creazione artistica e ricerca storica. Il lavoro delle attrici verrà supportato da documenti visivi e sonori a cura di Bernardo Perrone.
Lo spettacolo è realizzato con il contributo di Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo Regione Sicilia. Testo e regia di Elio Gimbo, direttore amministrativo Daniele Scalia, costumi di Fabbricateatro, luci e fonica a cura di Simone Raimondo.

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