Spente le luci natalizie e riposti gli addobbi nell’armadio, il ritorno alla normalità degli italiani riserva loro un regalo di cui avrebbero fatto volentieri a meno:
l’aumento significativo dei prezzi, in particolare per quanto riguarda i prodotti alimentari e carburanti. I dati dell’Istat elaborati dall’Unione Nazionale Consumatori parlano chiaro: per cibo e bevande analcoliche, nel 2022 ogni famiglia ha speso 513 euro in più rispetto all’anno precedente. Pane e cereali hanno inciso con una spesa aggiuntiva di 100 euro rispetto al 2021, a fronte di un’inflazione media del 10,9%.
Ad incidere sull’aumento della spesa per i prodotti alimentari c’è sicuramente il caro energia, ma anche lo stravolgimento del clima con un caldo anomalo e una siccità senza precedenti, che sta determinando una progressiva tropicalizzazione. Di contro, come ogni anno, la fine delle feste ha visto la corsa agli acquisti scontati dei prodotti tipici del Natale, dai cotechini agli zamponi, dai pandori ai panettoni fino ai torroni e alle altre specialità, che dopo l’Epifania possono essere offerti anche a sconti rilevanti con prezzi più che dimezzati. A fotografare le occasioni del primo weekend dopo le feste è stata la Coldiretti che spiega: «Si tratta spesso di molti alimenti tipicamente natalizi tra i quali soprattutto pandori, panettoni, torroni,ácotechini, zamponi, ma anche la frutta secca o spumanti secondo formule diverse che vanno dall«uno per due’ al `due per tre´ ma anche sconti rilevanti sui prezzi.
Una opportunità per quanti non sono ancora completamente appagati dai menu delle feste di fine anno con le tavole del Natale e del Capodanno imbandite da ben 5,2 miliardi di euro di cibi e bevande. E’ necessario tuttavia – consiglia la Coldiretti – fare sempre attenzione alle date di scadenza obbligatoriamente indicate nelle confezioni per evitare di consumare prodotti vecchi. E cifre più salate riguarderanno anche il mondo della ristorazione.
La Fipe (Federazione italiana dei Pubblici esercizi) lancia l’allarme: «La ristorazione, dopo due anni di grave emergenza con fatturati drasticamente ridimensionati e debiti in forte crescita, si trova da mesi a fronteggiare aumenti straordinari dei prodotti alimentari e dell’energia che solo parzialmente sono stati trasferiti sui listini proprio per non mettere a rischio la fase della ripartenza. In questo contesto arriva l’annuncio di TheFork di aumentare del 12,6% a partire dal nuovo anno il costo delle commissioni che un ristorante paga per il servizio di prenotazioni on line. Un aumento esagerato che non ha giustificazione né nella dinamica dell’inflazione generale né tantomeno in quella del settore della ristorazione». Un aumento ritenuto «ingiustificato» da Coldiretti che rilancia i dati Istat secondo i quali «proprio in questi giorni l’Istat ha indicato nell’8,1% il tasso di inflazione del 2022 mentre iáprezziádei ristoranti sono cresciuti di appena il 4%». Infine c’è il capitolo caro-benzina che preoccupa non poco le famiglie, e spinge le forze politiche a chiedere un intervento deciso del governo.
«Il rialzo della tassazione sui carburanti, unitamente all’aumento dei prezzi industriali diábenzinaáe gasolio, avrà conseguenze pesanti per le famiglie italiane – spiega il presidente di Consumerismo No Profit Luigi Gabriele -. La corsa diábenzinaáe gasolio rischia infatti di innescareárincariáa cascata con effetti sui prezzi al dettaglio stimati tra un +0,3% e un +0,6%. Carburanti più cari vuol dire infatti maggiori costi di trasporto per l’85% della merce venduta nei nostri negozi, ma ancheárincariáper le tariffe di numerosi servizi. Il rischio concreto quindi è quello di gettareábenzinaásul fuoco dell’inflazione, già oggi a livelli elevatissimi».