Chi era Fred Buscaglione e cosa ha da dire ancora oggi?
Un uomo irrequieto, geniale, ironico e provocatorio che ha inciso sul costume della società italiana di allora e ha dato tanto alla musica.
A lui è dedicato uno spettacolo che è in scena dal 26 dicembre al Teatro Parioli di Roma, e che si intitola «Fred!».
Protagonisti sono Roy Paci e Mathias Martelli e la regia è firmata da Arturo Brachetti.
«È uno spettacolo davvero affascinante – spiega all’AGI Roy Paci – molto emozionante e travolgente, soprattutto per chi conosce bene la vita e la musica di Fred Buscaglione. Stiamo andando alla grande. A Biella, dove abbiamo fatto sold out, ci sono venuti a trovare `Gli amici di Fred´ che portano avanti la storia di questo musicista e hanno una sorta di `museo´ a lui dedicato. Ci hanno fatto i complimenti, e fra loro c’era anche uno degli ultimi due nipoti di Buscaglione». Paci interpreta Fred: «È un grande privilegio per me impersonarlo. Mi fa molto emozionare. È da 30 anni che vivo questo personaggio. Facevo le sue cover, qualche pezzo è finito anche nei miei dischi. I miei genitori, oltre a lavorare la campagna, si dedicavano alla musica in un progetto territoriale in Sicilia, fra swing, il jumpin jive di Louis Prima, il rock `n’roll. In Sicilia sentivo mio padre e mia madre cantare Buscaglione o Carosone tutti i giorni. A volte nemmeno capivo i pezzi di Fred: parlava di bulli, gangster e di Chicago. Con il tempo, ho capito che il suo era un progetto innovativo, di grande contaminazione. Allora i discografici erano anche abbastanza restii a produrlo. Poi l’atteggiamento è cambiato”.
Se c’è qualcuno che in Italia gli somiglia?
«No – afferma Paci – Forse fra gli anni 80 e 90 qualcuno ha portato avanti lo swing, penso a Sergio Caputo per esempio, che lo faceva a modo suo e molto bene. Ma come Fred no, nessuno continua sul quel percorso. Solo gruppi che fanno cover, ma nessuno ha decodificato quel messaggio musicale. Forse troviamo qualcosa nei fiati della musica di Capossela». Sul palco con Roy Paci «ci sono anche mostruosi colleghi e giovanissimi talenti. Abbiamo grande ricchezza in Italia per quanto riguarda i musicisti del jazz. E con me, ci sono Roberto De Nittis, Paolo Vicari e Gianmarco Straniero, che sono una nuova generazione di jazzisti che si mangiano tutti. E poi c’è Didier Yon che ha solo 20 anni, e fa fuoco e fiamme. In Italia c’è tanto jazz, soprattutto In Sicilia dove l’attività musicale non è mai cessata. Abbiamo una fortissima scuola, un vivaio. A Palermo ci sono 5 jazz club. E i giovani si stanno riaffacciando a questo genere, non lo vedono più come un periodo storico musicale. E oggi si intreccia anche con il rap e altre cose. Io sono favorevole alle contaminazioni fra diversi stili. Mescolo musica latina con reggae, ska ecc. Mi piacciono gli incastri».
I rapper di oggi?
«Ci sono sempre cose belle da prendere nei nuovi movimenti – sottolinea Paci – Non dobbiamo mai dire: `sta roba fa schifo´. In ogni epoca storica ci sono stati movimenti musicali importanti. Mica tutti hanno fatto le feste ai `Sex Pistols´ quando sono usciti, eppure….». Secondo Paci, «bisogna sicuramente fare una cernita ma ci sono delle cose da cui si possono tirare fuori cose belle. Di Tha Supreme che fu vessato, io dissi invece che era un genio. E cito anche un altro ragazzo che è un portento e che è Leon Faun. Sono progetti che non vengono conosciuti dalla massa, ma i ragazzi sanno chi sono. Sta tornando anche la vecchia scuola dei grandi parolieri e ci sono musicisti e autori come Willie Peyote che fanno delle cose molto belle e che sono amatissime dai giovani». E allora, perché dobbiamo venire al Parioli dal 26 dicembre all’8 gennaio? «Perché chi conosce Fred – conclude Paci – si deve lasciar trasportare ed emozionare da questo spettacolo. E chi non lo conosce, ha l’occasione giusta per apprezzare e capire quel grande, grandissimo leggendario musicista».