Sono molto perplessi e rammaricati i 73 sindaci dei Comuni delle cosiddette “Snai siciliane” sulla decisione della giunta siciliana che con la delibera regionale n. 596 del 16 dicembre 2022 disimpegna i fondi per le cinque Aree interne della Sicilia “Terre Sicane”, “Calatino”, “Nebrodi”, “Madonie”, “Simeto Etna”.
Un provvedimento che contraddice quanto già previsto in una precedente deliberazione regionale dello scorso mese di settembre che garantiva ai Comuni posti in salvaguardia la scadenza del 2023 degli interventi previsti finanziati con Fondi Strutturali.
“La salvaguardia di tali fondi si era resa necessaria per tutelare e preservare le progettazioni e le valutazioni degli interventi essenziali per i territori beneficiari, in particolar modo nell’ambito sanitario, dell’istruzione, della mobilità e del lavoro- si legge in una nota stampa congiunta dei 73 sindaci- I Sindaci dei Comuni SNAI manifestano apertamente il loro disagio e la loro amarezza per quanto deciso dal Governo regionale e la procedura adottata, in quanto si è giunti a ciò senza l’opportuna e istituzionale interlocuzione. Concertazione che ritenevamo e riteniamo ancora oggi indispensabile, considerata l’importanza strategica delle risorse definanziate per dei Comuni che hanno già avviato i corretti iter amministrativi”.
I sindaci hanno evidenziato che gran parte dei lavori sono stati già assegnati grazie al decreto “sblocca cantieri” proprio perché gli interventi in APQ (Accordo Programma Quadro), quasi tutti con CUP e CIG già generati, erano state assegnate alle Aree e di conseguenza le amministrazioni comunali avevano proceduto nei tempi previsti alle gare dei progetti con successivi affidamenti. “Si tratta di atti giuridicamente vincolanti- dicono i sindaci – e chiediamo di aprire un tavolo istituzionale con il Governo regionale e con i Dipartimenti competenti per addivenire, con spirito costruttivo, a soluzioni idonee al fine di scongiurare scelte non compatibili con le problematiche socio-economiche e strutturali dei territori delle 5 Aree interne siciliane”