E’ morta a Catania la donna di 80 anni sparita nei giorni scorsi ad Asiago e ricomparsa nel capoluogo etneo.
Maria Basso, questo il suo nome, è deceduta all’ospedale ‘Cannizzaro’ di Catania. Era stata ricoverata d’urgenza pochi giorni fa fa quando le sue condizioni si erano improvvisamente aggravate, tanto da non riuscire ad alimentarsi se non con un sondino. La notizia arrivata ad Asiago, dove la donna viveva, ha suscitato dolore fra i parenti e i tanti amici della pensionata, che si era fatta amare ed apprezzare. «La zia è volata in cielo», il messaggino ricevuto dalla cugina siciliana.
PROCURA DI VICENZA INDAGA PER CIRCONVENZIONE DI INCAPACE
Del decesso di Basso è stata subito informata la procura di Vicenza, che con il pubblico ministero Claudia Brunino aveva avviato un’inchiesta ipotizzando la circonvenzione di incapace dell’anziana, dopo la denuncia presentata in caserma dei carabinieri dal cugino della vittima, Mario, tutelato dall’avv. Roberto Rigoni Stern. L’indagine dei militari dell’Altopiano subirà pertanto una brusca accelerata, senza peraltro la possibilità di sentire la diretta interessata. Quest’ultima, fra l’altro, qualche giorno fa aveva mandato una richiesta in Comune ad Asiago per chiedere il cambio di residenza; dalla firma sarebbe stato evidente che la pensionata era in difficoltà. Non è escluso che il magistrato, d’intesa con gli inquirenti siciliani, possa ordinare l’autopsia.
LA DONNA ACCETTA L’INVITO DI UNA PARENTE DI CATANIA
Il sospetto dei parenti, e anche degli inquirenti, è quello che Basso, negli ultimi mesi, fosse vittima di un decadimento cognitivo. Una condizione che l’avrebbe spinta ad accettare l’offerta della figlia di una cugina, che abita appunto a Catania, e che aveva incontrato un paio di mesi fa durante un pranzo, di seguirla in Sicilia. Per questo, dopo essere uscita con lei dalla casa di riposo Villa Rosa di Asiago, dove abitava da diversi anni, si sarebbe fatta imbarcare su un aereo mollando la sua vita precedente. È sopravvissuta una decina di giorni: non ha seguito le terapie, non si è portata nulla con sé.
Un sospetto maturato dal fatto che Basso, che godeva di un ingente patrimonio (fra soldi in banca, gioielli e immobili), negli ultimi tempi aveva compiuto dei movimenti bancari (spaventando i funzionari dell’Unicredit, che avevano scritto in caserma) e si era rivolta ad un notaio per revocare la vecchia nomina di procuratrice speciale di un’amica storica di Asiago, Clelia, per indicare la cugina. Il notaio, insospettito, aveva scritto in tribunale affinché le fosse nominato un amministratore di sostegno. Un legale catanese, l’avv. Carmelo Barreca, aveva chiesto i suoi beni a Villa Rosa.
Dopo la pensione si era ritirata ad Asiago
La signora Basso, su spinta dei parenti siciliani, ha pure cambiato il suo testamento. Il cospicuo patrimonio, circa 500 mila euro, era stato destinato 15 anni fa a un istituto salesiano di Milano ed era stato depositato presso il notaio Giovanni Muraro di Marostica. Ma quel lascito benefico non sarebbe più valido ora perché un nuovo scritto risulta depositato presso un notaio di Catania, e il mezzo milione non sarebbe più destinato ai salesiani lombardi. I nuovi beneficiari si scopriranno solo quando il testamento verrà aperto, tra qualche settimana.
Secondo quanto si apprende, la donna sarebbe stata ricoverata in ospedale a seguito di uni malore dopo avere mangiato un piatto di spaghetti. Ma chi conosceva le sue abitudini è pronto a testimoniare come la donna si nutrisse soltanto di omogeneizzati.
Maria Basso si era fatta benvolere per il suo carattere gioviale e la sua bontà. Donna di intelligenza fine, aveva vissuto a lungo in Iran, al seguito del padre; conosceva 4 lingue e aveva lavorato in ambasciata come dipendente a Los Angeles, Marsiglia, Roma e in Australia, accompagnata dagli anziani genitori. Poi, andata in pensione, si era ritirata nella sua Asiago, dove è sempre rimasta, fino a 10 giorni fa. Quando è stata spostata, per andare a morire a mille chilometri da casa.