Sicilia, salgono a 51 i comuni “rifiuti free”: ma l’Isola è ultima in Italia nel 2021 per la raccolta differenziata (48,7%)

Sicilia, salgono a 51 i comuni “rifiuti free”: ma l’Isola è ultima in Italia nel 2021 per la raccolta differenziata (48,7%)

In Sicilia sono 51 i Comuni Rifiuti Free (20 in più rispetto all’anno precedente) che hanno prodotto non più di 75 kg/ab anno di rifiuti indifferenziati (RI), sfuggendo in questo modo alle cicliche crisi dovute all’esaurimento delle discariche.

Il comune di Castel di Lucio (Messina) si afferma in vetta alla classifica con una produzione di 19 kg/abitante annuo di rifiuti indifferenziati e oltre il 91 per cento di raccolta differenziata. Ma in questa speciale classifica rientrano anche comuni di medie dimensioni come Monreale (Palermo), con i suoi 38mila abitanti e 68 kg/ab/a di RI, e Misilmeri (Palermo), 28.589 abitanti e 73 kg/ab di RI. E’ quanto emerge dal Dossier Comuni Ricicloni Sicilia 2022, che riporta i dati 2021 della gestione della raccolta dei rifiuti dei comuni siciliani.

Sono, invece, 231 i Comuni che hanno superato il 65 per cento di raccolta differenziata, 61 in più rispetto all’anno precedente, e che rappresentano il 60 per cento dei Comuni siciliani con oltre 2 milioni di cittadini residenti. Un grande balzo in avanti che riguarda tanti piccoli Comuni, tra i quali svetta Mirto con il 91,10 per cento, medi e grandi comuni, come Marsala, la quinta città siciliana con 80mila abitanti e il 76 per cento di raccolta differenziata, ma riguarda anche Comuni capoluoghi di provincia, come Ragusa con il 71,5 per cento, Agrigento con il 70,6 per cento ed Enna con il 65,6 per cento.

«Sono indubbiamente risultanti incoraggianti che ci indicano che siamo nella direzione giusta – dice Tommaso Castronovo, responsabile rifiuti ed economia circolare di Legambiente Sicilia -. È importante accelerare verso questa direzione e mantenere una rotta nella quale i Comuni devono continuare a svolgere insieme ai cittadini un ruolo straordinario».

NELL’ISOLA RACCOLTA DIFFERENZIATA SOTTO IL 50%

Complessivamente, la raccolta differenziata in Sicilia, anche nel 2021, si attesta sotto il 50 per cento (48,7 per cento), confermando l’Isola fanalino di coda tra le regioni italiane. A pesare sul risultato complessivo concorrono sempre di più Catania e Palermo, che ne 2021 si attestano sotto il 15 per cento (Catania 11 per cento e Palermo 15 per cento) e che, insieme a Messina (43 per cento) e Siracusa (49,8 per cento), sono i maggiori azionisti delle discariche siciliane, conferendo oltre il 50 per cento dei rifiuti indifferenziati prodotti complessivamente in Sicilia. «Che sia possibile migliorare comunque queste performance, anche rapidamente – conclude Castronovo -, è dimostrato proprio guardando a quello che è successo in questi anni anche in città di grandi dimensioni come a Messina, durante i quali le cattive abitudini degli utenti, a lungo alimentate da una cattiva gestione dei servizi di raccolta e da interessi opachi, sono state scalzate nel segno della responsabilità».

Al 2030 gli obiettivi per i Comuni sono più sfidanti e selettivi e spingono sempre di più verso il recupero di materia, sia a valle che a monte e non sarà più sufficiente, quindi, raggiungere il 65 per cento di raccolta differenziata. Per molti Comuni sarà un impegno straordinario che richiederà una rimodulazione dei servizi di raccolta che dovranno essere sempre più puntuali ed efficaci, a partire dalla implementazione del porta-a-porta che favorisca sempre di più la raccolta monomateriale, l’introduzione della tariffa puntuale, la promozione dei prodotti sfusi e del vuoto a rendere, la realizzazione i centri del riuso e di preparazione al riutilizzo e l’introduzione dei Cam nei bandi della pubblica amministrazione.

«Allo stesso tempo, la Regione dovrà sostenere l’impegno dei Comuni attraverso interventi concreti sui temi della gestione dei rifiuti e dell’economia circolare – spiegano da Legambiente -. A partire dalle modifiche da apportare della legge 9 del 2010, che prevedano la riduzione del Srr a 5 e la trasformazione in consorzi pubblici, l’eliminazione dei 280 Aro, riportando le competenze agli ambiti ottimali, e l’adeguamento degli obiettivi ai target di riciclo previsti dalla normativa europea e nazionale. E ancora il nuovo governo regionale deve finalmente sbloccare i 230 milioni previsti dalla delibera di giunta 241 del 2021 destinati alla realizzazione di impianti pubblici a servizio della raccolta differenziata e del riciclo».

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