Bloccare l’aumento delle accise sulla birra previsto per il 2023.
L’appello arriva da Assobirra che vive «con grande apprensione» i lavori su una legge di bilancio che profila «un aumento insostenibile della tassazione» per il prossimo anno.
Un comparto quello della birra formato da 850 grandi, medie e piccole aziende che occupano complessivamente 118mila dipendenti, ha investito oltre 250 milioni negli ultimi 4 anni e ha generato 9 miliardi di valore complessivo. E gli aumenti, annota ancora Assobirra, «impatteranno in modo devastante sui piani di investimento in impianti, crescita e sviluppo della filiera agricola delle aziende e che vedrebbero un aggravio fino al 30% del costo di accise nei piccoli produttori».
L’emendamento a firma Nevi, Carloni, Cerreto, Gadda chiede invece, si legge nella nota, di prorogare la riduzione a 2,94 euro per ettolitro di grado per tutti, unitamente a sconti progressivi per i piccoli birrifici con produzione annua fino a 60 mila ettolitri, misura dal costo complessivo di 12 milioni di euro. “In questi mesi è stato sviluppato un percorso importante con il Ministro Lollobrigida e con tutte le forze politiche di maggioranza sulla necessità di rendere più competitivo il comparto italiano della birra in Europa, dove i principali produttori, Germania e Spagna in primis, godono di un livello di accise nettamente più sostenibile del nostro, il quale favorisce l’importazione di birra straniera in Italia, a discapito dello sviluppo del mercato interno”, afferma Alfredo Pratolongo, presidente di Assobirra.