Adrano, i giocatori dell’Adernò Juniores ‘convocati’ 40 anni dopo per incontrare l’allenatore Lucifora

Adrano, i giocatori dell’Adernò Juniores ‘convocati’ 40 anni dopo per incontrare l’allenatore Lucifora

“Il Maestro è nell’anima e dentro all’anima per sempre resterà”.

I versi di un pezzo famoso di Paolo Conte, “Il Maestro”, fanno da colonna sonora a una storia semplice di affetto, riconoscenza e orgoglio legata a un pezzo di storia del calcio adranita.

Adrano, i giocatori dell’Adernò Juniores ‘convocati’ 40 anni dopo per incontrare l’allenatore LuciforaI giovani, ormai non più giovani, che hanno militato nella squadra Juniores dell’Adernò incontrano 40 anni dopo il loro allenatore, Luigi Albino Lucifora, il ‘Mister’ che con la sua ostinazione e caparbietà ha marchiato a fuoco il periodo più bello della loro vita. Lucifora, uomo delle istituzioni, è stata a lungo Segretario Generale del Comune di Catania e dell’allora Provincia. Oggi ricopre l’incarico di direttore amministrativo del Teatro Massimo Bellini di Catania. Il calcio, giocato e insegnato ai giovani, è stata da sempre la sua passione.

L’Adernò Juniores era il vivaio di qualità della squadra grande, l’Adernò che con la rivale ‘Adrano’ ha scritto le pagine più belle della storia del calcio locale. Tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli ‘80, nella ‘cantera’ dell’Adernò giocavano, tra gli altri, Renato Milazzo, Angelo Pignataro, Antonio Tesolin, Nino Sidoti, Mimmo Maccarrone, Agatino Marcellino, Nicola Dell’Aquila, Antonino Garofalo, Vincenzo Lucifora. E chissà quanti altri ne dimentichiamo.
“Avevamo 14 anni, – ricordano – quando abbiamo cominciato a sperare di vestire la maglia gialloblu. Angelo ne aveva addirittura 13 e ricordiamo tutti che, quando capì che avrebbe dovuto aspettare un altro anno per giocare, si mise a piangere. La nostra era una squadra di amici che si rispettavano, che credevano nella forza del gruppo, che scendeva in campo con l’orgoglio di un’appartenenza che sembrava avessimo da sempre, come se quelle maglie le avessimo cucite nella pelle dalla nascita”.

L’abbraccio con il loro amato allenatore, a tanti anni di distanza, è avvenuto pochi giorni fa.

“Il variegato mondo del calcio adranita – scrivono gli ex giocatori della Juniores – non era certo preparato ad accogliere un uomo che pensava fosse un pò pazzo: un uomo fuori dalle righe, che misurava le parole ma che non le mandava a dire. Un uomo che, venuto dal nulla, parlava perfettamente il dialetto particolare di Adrano – che ne collocava con certezza la sua provenienza geografica – ma che lo farciva con un tono del nord che ne incuriosiva l’aspetto”.
Quanti occhi lucidi e che gioia nel ritrovarsi tanti anni dopo con il cuore colmo di affetti e la voglia di raccontarsi quell’avventura. Perchè il cuore reggesse bene alle emozioni, la ‘carrambata’ di riscaldamento è stata organizzata con 6 giocatori. Il resto della ‘formazione’ sarà convocato nelle prossime settimane. Nell’atmosfera di gioia ha avuto la precedenza il ricordo commosso di chi ha lasciato il campo prima degli altri: Tano Chiavaro “centravanti unico; grande goleador con tanto talento e uomo buono”.

Al loro allenatore, i ‘ragazzi’ della Juniores Adernò hanno scritto una lettera bellissima: “Dobbiamo e vogliamo dire grazie ad uomo che ci ha attratto a sé, palla al piede, in un abbraccio che non dimenticheremo mai: l’abbraccio di un padre, di un fratello, del nostro allenatore, di un compagno di giochi. L’abbraccio che ancora ci tiene uniti, dal quale non vogliamo staccarci: sappiamo noi e tu, caro mister, che un pezzetto della nostra comune storia lo abbiamo scritto assieme e lo conserviamo preziosamente nella parte migliore di noi”.

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