Governo, Meloni cancella il bonus 18app di 500 euro per i neo maggiorenni: insorgono le opposizioni

Governo, Meloni cancella il bonus 18app di 500 euro per i neo maggiorenni: insorgono le opposizioni

Ancora battaglia e polemiche sulla legge di bilancio. La bufera del giorno colpisce uno degli emendamenti predisposti dalla maggioranza, che cancella il bonus 18App per la cultura destinato ai neo-maggiorenni.

L’opposizione leva gli scudi e annuncia ostruzionismo in aula, la coalizione di governo difende la modifica, condanna i «troppo abusi» nel sistema e annuncia una nuova `carta cultura´.

Qualche tensione si registra anche sul fronte interno alla maggioranza, con Forza Italia che continua a chiedere l’innalzamento delle pensioni minime a 600 euro, ieri escluso dalla Lega, e una proroga per il superbonus. Mentre il governo, dopo la decisione di Bruxelles, blinda l’innalzamento della soglia per i pagamenti in contante a 5000 euro.

L’emendamento incriminato sulla 18App viene firmato da Fdi, Lega e FI, prevede l’abolizione della la carta elettronica utilizzabile dai diciottenni per spendere il bonus di 500 euro destinato a teatri, cinema, libri, musica e altre attività culturali. Così si risparmierebbero 230 milioni di euro da destinare a una serie di altre iniziative nel campo della cultura: per esempio l’istituzione di un `Fondo per il libro´ con una dotazione pari a 15 milioni di euro, il sostegno di 300 mila euro all’allestimento pirotecnico per la rievocazione storica de `La Girandola´ di Castel Sant’Angelo a Roma, l’istituzione della Fondazione Vittoriano con una dotazione di 1 milione di euro. La bozza di emendamento è firmata dai deputati Mollicone (FdI), Sasso (Lega) e Dalla Chiesa, che poi difendono la proposta dalle polemiche: «La volontà del Parlamento è quella di revisionare la 18app», sostituendola «con una nuova `carta cultura´ per tutelare dallo snaturamento delle finalità dell’applicazione che viene largamente utilizzata per l’acquisto dei libri di testo», spiegano, annunciando che «il ministro Sangiuliano e i sottosegretari stanno già lavorando». Dal canto suo, lo stesso ministro taglia corto: «La decisione sarà del Parlamento». Più eloquente invece il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi: «È evidente la malafede dei difensori di ’18App’, ovvero il bonus cultura che il Governo cerca di sottrarre ad evidenti distorsioni e abusi. Le false fatture per acquisto di libri scoperte dalla Guardia di Finanza inducono ad evitare una indistinta elargizione per garantire la reale circolazione di libri ai giovani destinatari del contributo».

Ma le spiegazioni non bastano a placare le forze di opposizione, che insorgono: «Ormai contro le ragazze e i ragazzi è una persecuzione. Quella delle destre non è l’Italia del merito ma dei privilegiati» scrive su Twitter il deputato Pd Nicola Zingaretti, seguito dall’ex ministro dem Dario Franceschini che parla di «una cosa assurda dopo che Francia, Spagna e Germania hanno introdotto un bonus cultura esplicitamente ispirato dal nostro». «Bisogna reagire», è l’invito del leader di Italia viva Matteo Renzi, annunciando che «faremo tutta la nostra parte arrivando fino all’ostruzionismo in parlamento contro questa scelta». Più in generale, critiche all’esecutivo arrivano anche dal capo politico di Azione-Iv Carlo Calenda, che attacca: «È il governo di Salvini. Su ong, sul tetto al contante, sulla flat tax, su quota 43, è la manovra di Salvini», mentre «ho perso le tracce» della premier Meloni sul «pacchetto di proposte» su cui «continuiamo ad aspettare una risposta puntuale».

Ma le tensioni per la maggioranza sono anche all’interno. Dopo che la Lega ha escluso la possibilità di innalzare le pensioni minime, torna all’attacco Forza Italia che «intende continuare a battersi», annuncia il capogruppo in commissione Bilancio Roberto Pella assicurando che «non molleremo» affinché «l’aumento possa attestarsi, per ora, sulla soglia dei 600 euro per arrivare poi, entro la legislatura, a 1.000 euro». Ma gli azzurri aprono anche un altro fronte, quello del Superbonus: «Non si cambiano le carte in tavola mentre si sta giocando» e quindi «non chiediamo chissà quale proroga ma solo quella del 31 dicembre», affrontando un «altro tema essenziale: lo sblocco dei crediti», dichiara il capogruppo alla Camera Alessandro Cattaneo. Anche «Noi moderati lavorerà in Parlamento per aumentare il sostegno alle famiglie, in un momento come questo: dall’aumento del congedo parentale – altri due mesi al 67% dello stipendio – all’aumento dell’assegno unico per i figli, per le famiglie numerose, all’aumento delle detrazioni per le spese scolastiche che le famiglie sosteranno, da 800 a 1500 euro», anticipa il capo politico Maurizio Lupi.

L’esecutivo, intanto, scioglie un altro dei nodi sul tavolo: fonti di palazzo Chigi sottolineano la «piena sintonia del governo con la decisione del Consiglio Ue di stabilire un ragionevole tetto al denaro contante quale misura di antiriciclaggio. Nonostante la soglia prevista dal Consiglio Ue sia di 10mila euro, allo stato attuale il Governo italiano intende confermare il provvedimento che fissa la soglia all’uso del contante a 5mila euro».

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