«Il ponte sullo Stretto non è una priorità per i calabresi e i siciliani. Basterebbe fare un sondaggio e chiedere agli abitanti di queste due regioni cosa ne pensano di questo argomento. Io, da calabrese, dico che in Calabria vorrei le stesse infrastrutture che ci sono in Veneto, in Emilia Romagna e in Lombardia. Basta pensare che l’autostrada Messina-Palermo, rispetto a quelle che ci sono al nord, è una mulattiera. Bisogna prima ammodernare le autostrade in Calabria e Sicilia, dunque, e poi pensare al ponte sullo Stretto».
Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, ad «Otto e mezzo» su La7, condotto da Lilli Gruber.
Rispondendo ad una domanda del direttore di «la Stampa», Massimo Giannini, sul possibile interesse della criminalità organizzata ai finanziamenti per il ponte, Gratteri ha risposto che «certamente le mafie tendono a concentrare la loro attenzione dove ci sono i soldi. Questo però non vuol dire che le opere pubbliche non si possono fare al Sud perché ci sono le mafie. Vanno fatte se sono utili perché il problema dei possibili interessi della criminalità organizzata per le grandi opere non può diventare un alibi per non realizzarle. Lo Stato non può fare ragionamenti di questo tipo. Non si può pensare che le opere pubbliche importanti, come l’Alta velocità, non si possono fare in Calabria perché c’è la `ndrangheta. Le opere pubbliche si devono fare eccome. Così come l’ammodernamento della statale 106 ionica tra Reggio Calabria a Taranto, una strada che oggi è la stessa che realizzò Mussolini. E poi è mai possibile che la linea ferroviaria ionica In Calabria non sia ancora elettrificata?».