Far conoscere ai giovani le storie di cyberbullismo, correggere le dinamiche relazionali la cui fallacia ai molti è ignota.
Lo slogan del progetto è incoraggiante: “Gli adolescenti non sono un problema ma una risorsa”. Quello del 1° Convegno sul Cyberbullismo è un progetto che trasuda concretezza. A promuoverlo nelle scuole di Adrano e del territorio circostante è un cartello di sigle: le associazioni Green City e Il Dono e il movimento ‘Adolescenze estreme’. Un format originale che ha l’obiettivo di toccare il cuore dei ragazzi e, in alcuni casi, metterli di fronte all’inferno che un comportamento sbagliato può generare. Per Adrano e Biancavilla sono previste 5 ‘fermate’ in altrettanti istituti scolastici.
L’11 novembre scorso il convegno ha visitato i ragazzi dell’Istituto Comprensivo “Don La Mela Plesso Mazzini” di Adrano. L’esordio si è rivelato un’esperienza toccante e coinvolgente sul piano emotivo. Nel corso della ‘lezione’, una delle promotrici del progetto ha raccontato ai ragazzi una storia vera di bullismo: avvalendosi di un video-racconto, i giovani hanno potuto toccare con mano gli effetti che provoca lo squilibrio di potere tra il bullo e la vittima.
Il primo passaggio prevede altri 4 appuntamenti: domani, giovedì 24, Palazzo Bianchi accoglierà i ragazzi dell’Istituto Comprensivo ‘Canonico Bascetta’ di Adrano, il 25 sarà il turno dell’ITS “P. Branchina”, il 10 dicembre al Liceo Verga-Petronio Russo di Adrano e il 16 dicembre all’Istituto Comprensivo “A. Bruno” di Biancavilla. Con il nuovo anno si riparte da Belpasso. Ad Adrano il progetto gode del sostegno concreto di un gruppo di imprenditori che hanno a cuore la questione.
Tra gli animatori del progetto c’è la consigliera comunale Melita Saitta, da sempre impegnata nel sociale. “Ad Adrano e nel territorio circostante – spiega al Corriere Etneo – viviamo una emergenza sociale. Atti di bullismo e cyberbullismo sono all’ordine del giorno. Molti ragazzi spesso subiscono in silenzio la violenza psicologica o fisica di comportamenti deprecabili di alcuni compagni. Episodi che quasi nessuno ha il coraggio di denunciare e che, proprio per questo, compromettono la stabilità emotiva di chi subisce.
“Alla luce di tutto ciò – continua Melita Saitta – ho creduto fosse necessario promuovere una serie di incontri per attivare concretamente una collaborazione tra studenti, scuole e famiglie. C’è la necessità che dentro gli istituti scolastici e nelle famiglie emergano i vari casi nella loro gravità. Soltanto in questo modo, le anomalie possono essere corrette. Educare i ragazzi e coalizzarli contro tutte le forme di bullismo è uno degli obiettivi principali del progetto”.
Adolescenze estreme