La certezza è che due terzi delle risorse, circa 21 miliardi in deficit, saranno destinati a tutelare le famiglie e le imprese dal caro-energia.
Con un mix di aiuti che va dai crediti di imposta per le imprese allo sconto benzina. Per il resto ci sono tante misure, su cui spingono i partiti, ma che devono fare i conti con una coperta molto corta: su una manovra che va verso i 32 miliardi, sul piatto resta una decina di miliardi e la regola è che ogni misura necessita di coperture nello stesso settore di intervento. Ecco di seguito come sta prendendo forma il ricco menù per la manovra attesa domani in consiglio dei ministri.
MIX DI AIUTI CONTRO IL CARO-BOLLETTE.
Allo studio c’è un «mix di aiuti», per coprire i primi tre mesi del 2023. Dovrebbero essere confermati lo sconto benzina, il bonus sociale ed i crediti di imposta, che però si vogliono portare dal 30 al 35% per le piccole attività commerciali. Possibile anche che salga dal 40 al 45% quello per le imprese. È allo studio anche un fondo unico di supporto al fabbisogno energetico, da gestire con aiuti selettivi.
PENSIONI, QUOTA 41+62 PER UN ANNO.
Per evitare il ritorno della legge Fornero, la soluzione `ponte´ individuata per il 2023 è una quota 41 con il paletto di 62 anni. «Ci prendiamo un anno per pensare ad una vera riforma – spiega il sottosegretario leghista Durigon – insieme alle parti sociali».
REDDITO, SI RAGIONA ANCHE SU RIDUZIONE.
Sul Reddito di cittadinanza si cambia, anche se la discussione è ancora in corso. L’ipotesi allo studio è di toglierlo agli occupabili (con una fase transitoria di 6 mesi), mentre sarebbe in corso in queste ore un ragionamento anche sulla possibile riduzione dell’assegno. L’aiuto resterà per i poveri, su cui si valuta una lotta ai `furbetti´ del reddito.
CUNEO GIÙ DI 3 PUNTI PER I REDDITI BASSI.
Sul cuneo si va verso una replica del taglio di 2 punti per i redditi fino a 35mila euro (che costa 3,5 miliardi), mentre il taglio sarà incrementato di un altro punto, fino a 3 punti, per le fasce più fragili, quelle con un reddito inferiore a 20mila euro. Dovrebbe andare tutto a sostegno dei lavoratori.
FLAT TAX, SALTA L’INCREMENTALE.
Sulla flat tax resta al momento confermato l’aumento della soglia (da 65 a 85mila euro) per autonomi e partite Iva, mentre sembra perdere quota l’ipotesi di introdurre anche una flat tax incrementale. Per i dipendenti invece si studia la riduzione della tassazione sui premi di produttività.
RIDUZIONE DELL’IVA.
Quello dell’azzeramento o taglio dell’Iva su pane, pasta e latte è un tema ancora oggetto di valutazione. Ci sarà invece la diminuzione dell’Iva sui prodotti della prima infanzia, dice il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giovanbattista Fazzolari (FdI).
TREGUA FISCALE, SALTA LO `SCUDO´.
Per le cartelle fino al 2015 si va verso la cancellazione di quelle sotto ai mille euro e la riduzione di sanzioni e interessi, con rateizzazione in 5 anni, per le altre. Non verrebbe proposta invece la `voluntary disclosure´ sui capitali all’estero.
SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA.
È previsto l’incremento dell’assegno unico familiare (la proposta è di raddoppiare da 100 a 200 euro la maggiorazione per i nuclei con 4 o più figli e di garantire 100 euro in più per i figli gemelli) e un intervento sui congedi famigliari. Si cercano anche fondi per poter rendere strutturale il finanziamento dei centri estivi.
CAMBIA LA NORMA SUGLI EXTRAPROFITTI.
La revisione allo studio prende come riferimento il regolamento Ue, misurando gli extraprofitti sugli utili e alzando l’aliquota attualmente al 25%: si ragiona su una forchetta del 30-33%, in base alla scelta che verrà fatta sull’Iva.
BONUS TV E AIUTI ALLE IMPRESE.
Possibile il rifinanziamento dei due contributi già esistenti (per tv e decoder) con altre risorse per 100 milioni. Allo studio anche altre misure per le imprese, dal rifinanziamento della `nuova Sabatini´ all’ipotesi di un fondo per la tutela del made in Italy.
TETTO AL CONTANTE E CEDOLARE SECCA.
Dal primo gennaio sale da 2mila a 5mila euro. Tra le ipotesi c’è anche la cedolare secca per gli affitti dei locali commerciali.
PONTE SULLO STRETTO.
Per poter far ripartire l’iter, viene riattivata la società Stretto di Messina, in liquidazione da 9 anni.