«È un errore avere privato gli insegnanti precari dei 500 euro l’anno per l’aggiornamento: a Catania il Tribunale del lavoro restituisce 2.000 euro a un docente non di ruolo che ha fatto ricorso».
Così una nota di Anief.
«Ancora un parere del Tribunale italiano sulla carta docente da dare anche ai precari, ancora migliaia di euro recuperati. Stavolta ad assegnare ben 2mila euro di rimborso è stata la seconda sezione Civile-Lavoro di Catania-precisa Anief-. Il giudice del lavoro ha spiegato, nella sentenza, sollecitata da una docente non di ruolo della scuola pubblica che ha chiesto di disapplicare i commi 121, 122 e 124 dell’art. 1 della Legge n. 107/2015, dell’art. 2 del DPCM del 23 settembre 2015, dell’art. 3 del D.P.C.M. del 28 novembre 2016, che limitano il diritto di usufruire del beneficio economico dei 500 euro annui della “Carta elettronica” per l’aggiornamento e la formazione del personale docente solo di ruolo».
«Per il magistrato nazionale non vi sono dubbi: esaminata la giurisprudenza italiana ed europea, “la situazione lavorativa della parte ricorrente è del tutto assimilabile a quella di un docente assunto a tempo indeterminato, sicché non appare possibile individuare, nella materia in scrutinio e nel caso in esame, un fondamento alla denunziata discriminazione tra docenti a tempo indeterminato e determinato”. Questo è anche il parere della Corte di Giustizia europea, che “ha efficacia vincolante per tutte le autorità (giurisdizionali o amministrative) degli Stati membri”. Lo stesso pensiero è stato poi espresso dalla Corte costituzionale e dalla Corte di Cassazione», dice Anief.
“Quella del legislatore italiano sulla carta del docente da 500 euro per l’aggiornamento è una grave mancanza, sulla quale i giudici stanno però mettendo ordine. È assurdo, ma per farsi riconoscere un diritto sacrosanto quale è quello di essere trattati alla pari dei colleghi già immessi in ruolo, occorre presentare ricorso al giudice del lavoro: vale anche per i tanti ex precari che hanno voglia di recuperare in un’unica soluzione fino a 3mila euro che gli sono stati negati negli anni. E anche per gli educatori, di ruolo e precari, su cui nei giorni passati si è espressa la Cassazione dando anche a loro piena ragione”, conclude Anief.