Con il pacchetto energia e l’impegno a tagliare il cuneo fiscale il Governo Meloni incassa un primo consenso da parte delle imprese, che oggi hanno incontrato la premier a Palazzo Chigi per un confronto in vista della manovra.
Resta invece il nodo delle modifiche al superbonus, sollevando qualche perplessità. Ma il clima è positivo: lo avrebbe detto la stessa Meloni, a quanto si apprende, sottolineando la necessità di «guardare oltre l’emergenza». Dall’agricoltura all’edilizia, dalla
manifattura alla distribuzione, tutte le sigle – 24 in totale – sedute al tavolo hanno promosso le misure varate dal Governo sul fronte dell’emergenza energetica. Il via libera del Cdm al pacchetto energia assicura continuità fino a fine anno «ai crediti d’imposta, stemperando così gli impatti del caro-elettricità e del caro-gas a carico delle imprese, e alle riduzioni dell’accisa sui carburanti e dell’Iva sul metano per autotrazione», favorisce la possibilità, per le aziende, «di rateizzare le bollette», e «punta a incrementare la produzione di gas naturale», ha osservato Donatella Prampolini, vicepresidente di Confcommercio. Le fa eco la galassia delle aziende agricole, tutte d’accordo sulla assoluta centralità del dossier energia in un settore che, ribadiscono, per il Paese è «strategico».
Sul cuneo fiscale convincono gli intenti: «Siamo soddisfatti dell’impegno preso» dal Governo, ha affermato la presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise, con cui concorda il presidente di Confartigianato, Marco Granelli, che lo definisce «un primo passo». Proprio ieri l’esecutivo ha annunciato che, in bilancio, verrà prorogato il taglio al 2%, con l’obiettivo di arrivare al 5% entro la legislatura. Una scelta che invece non ha convinto Confindustria: sempre ieri il presidente Carlo Bonomi, ospite da Bruno Vespa, aveva fatto notare al sottosegretario Fazzolari che «se non ci sono risorse per il taglio del cuneo fiscale allora non ci dovrà essere un impiego di altre risorse su altri capitoli di spesa», come pensioni e flat tax. Oggi però da Confindustria bocche cucite: Bonomi, presente all’incontro, non ha rilasciato alcun commento.
Si dovrà attendere il suo intervento domani a Venezia, dal palco del forum della piccola impresa. Infine, il capitolo superbonus. Lo stop al 110, previsto per il 25 novembre, «è prematuro, si rischia di non chiudere i lavori», ha avvertito il presidente di Cna, Dario Costantini, augurandosi che «ci sia la disponibilità a correggerlo». «Si devono garantire gli impegni già assunti dalle imprese, salvaguardando, almeno, i lavori già avviati nel corso del 2022», ha rincarato Granelli. Anche per Confcommercio le modifiche sono da tenere sott’occhio con una «verifica dell’impatto di filiera delle nuove regole», ha detto Prampolini. Ieri mattina, dall’Ance era arrivato un monito importante: «cambiare le regole del superbonus in 15 giorni significa penalizzare soprattutto i condomini che sono partiti per ultimi», cioè quelli delle periferie e delle fasce meno abbienti «che per far partire i lavori hanno avuto bisogno di tempi più lunghi e della necessità di vedere interamente coperti finanziariamente gli interventi», aveva scritto in una nota la presidente Federica Brancaccio, invocando un confronto «serio e responsabile» con il Governo. Un appello non del tutto inascoltato: «Siamo rimasti d’accordo con il presidente del Consiglio che ci sarà un tavolo per una misura strutturale di medio-lungo periodo», ha annunciato infatti Brancaccio, lasciando palazzo Chigi.