Catania, l’Arcivescovo Renna al porto per accogliere i migranti: “Sbarchi selettivi sono un attacco alla democrazia”

Catania, l’Arcivescovo Renna al porto per accogliere i migranti: “Sbarchi selettivi sono un attacco alla democrazia”

Chiesa catanese in prima linea per l’assistenza ai naufraghi che sono sbarcati nelle scorse al porto di Catania.

L’Arcivescovo, la Caritas diocesana e la Comunità di Sant’Egidio dalla sera di sabato hanno manifestato la volontà di collaborazione per l’accoglienza dei migranti approdati nel porto della città sulla nave Humanity 1.

“Come è noto, le Autorità competenti, in applicazione del decreto del Ministero dell’Interno, hanno fatto sbarcare tutti i minori, le donne in stato di gravidanza e le persone fragili, in numero di 144 persone- si legge in una nota dell’Arcidiocesi di Catania- Questo risultato, mentre tranquillizza per la situazione di questi fratelli e sorelle più fragili, non lascia tranquilli sul futuro di chi è rimasto sulla nave, e l’Arcivescovo auspica che l’accoglienza sia totale, tenendo conto che coloro che sono rimasti a bordo, provengono da situazioni di grave disagio, oltre che da molti giorni di navigazione”.

Intervistato dalla Gazzetta di Mezzogiorno, mons. Luigi Renna afferma:

“La mia posizione che è sempre stata chiara rispetto al dovere morale e legale dell`accoglienza, come precisato anche dall`Unione Europea, si associa a quanto detto da mons. Perego, presidente della commissione Cei sull`immigrazione: ‘Gli sbarchi selettivi sono un attacco alla democrazia’. Siamo uniti nel ritenere che questo meccanismo della selezione non tiene conto di vite indistintamente in pericolo, già provenienti da situazioni disumane, dall`altra parte del mare”.

“Ovviamente – precisa – è necessario impegnare tutte le nazioni europee nella solidarietà, ma, con questi atteggiamenti verso il tema migratorio, l`Italia rischia soltanto di isolarsi. Bisogna aver ben chiara la centralità dei soccorsi in mare e continuare, parallelamente, sui tavoli europei, nella modifica del regolamento di Dublino, proprio per responsabilizzare tutti nell`accoglienza. L`Italia tuttavia non può ignorare di essere terra geograficamente e storicamente di confine e di primo approdo. Intanto, in questo momento cruciale per il nostro Paese e per l`Europa che ci guarda, continua indistintamente la cura di chi è sbarcato e di chi è ancora sulle navi”.

“Sono qui in prima persona” al porto di Catania “dopo aver ricevuto alcune comunicazioni nella notte fra sabato e domenica.
Ovviamente la Chiesa locale e i volontari si sono fatti trovare pronti per l’accoglienza, ma su alcuni punti abbiamo le mani legate rispetto a quanto detto dal governo. Le politiche migratorie sono una materia talmente delicata, che è assurdo appellarsi a cavilli, dimenticando la tutela dei diritti fondamentali delle persone in fuga”, conclude l’arcivescovo.

Il Vescovo, il direttore della Caritas e  il responsabile della Comunità di sant’Egidio, si sono recati ieri al porto per visitare coloro che sono sbarcati dalla Geo Barents, costando il lavoro dei medici e delle forze dell’ordine, volto a dare accoglienza a tutti, e in modo particolare ai più fragili. “L’ascolto della storia di alcuni migranti rivela lo stato di sofferenza dal quale provengono e la speranza di trovare finalmente un futuro diverso – dice l’arcidioecesi-Lo stesso clima di speranza si è constatato nei trentacinque rimasti ancora sulla Humanity 1”. Mons. Renna auspica che il criterio della selezione adottato finora sia rivisto dal legislatore “perché mentre mette in sicurezza alcun fasce di persone più bisognose di cure immediate, esclude chi presto potrebbe giungere all’esasperazione, perché nella fuga dal proprio Paese ha intravisto un barlume di speranza per il proprio futuro”.

Renna ritiene giuste le esigenze del Ministero degli Interni, di vedere l’Italia non lasciata sola di fronte al numero ingente di migranti che bussano alle porte dell’Europa e auspica una urgente revisione del Documento di Dublino: “non si può aspettare la conclusione dell’iter di un dibattito politico e legislativo senza nel frattempo mettere in sicurezza l’esistenza di tante persone- si legge nella nota stampa dell’Arcidioecesi-create ad immagine di Dio come ciascuno di noi, che non possono vagare per il Mediterraneo o essere respinte, senza cadere nella disperazione o addirittura perdere il dono inestimabile della vita”.

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