Secondo quanto apprende LaPresse sarebbero in viaggio verso la Sicilia i parenti dei due piloti che si trovavano a bordo del Canadair che, ieri pomeriggio, si è schiantato contro il costone roccioso del monte Calcinera, alla periferia di Linguaglossa, sul versante Nord dell’Etna.
I due uomini risultano ancora dispersi. Si tratta di Roberto Mazzone, 62 anni, originario di Salerno e di Matteo Pozzoli, 58 anni, originario di Erba, in provincia di Como. Stamattina nella zona dove si è verificato l’impatto e la conseguente esplosione del velivolo sono riprese le ricerche, che sono ancora in corso. Sul posto la Protezione Civile regionale, il Corpo Forestale e i Vigili del Fuoco.
POZZOLI FIGLIO DELL’EX SINDACO DI ERBA
Figlio dell’ex sindaco di Erba Filippo Pozzoli, eletto per l’allora Lega Nord tra il 1995 e il 2002, il pilota disperso vive da anni a Viterbo e ha alle spalle una lunga carriera da pilota, prima nell’Aeronautica militare poi nell’aviazione civile e, in particolare, in quella antincendio. Nel 1997 era ai comandi di un caccia militare che ebbe un incidente sul monte Lupone, in provincia di Latina; lui si salvò, mentre l’altro pilota, Maurizio Poggiali, morì.
IL PILOTA MAZZONE: “UN UOMO BUONO”
«Un uomo buono, un padre di famiglia, un pilota esperto. Ma soprattutto un eroe appassionato che ha vissuto al servizio del prossimo». Gennaro D’Alessio ha 63 anni, un anno in più di Roberto Mazzone che conosce da quando di anni ne avevano 16. Racconta all’Adnkronos un’amicizia di una vita, mentre con ansia segue da Salerno le ricerche del suo amico disperso a Catania insieme al copilota Matteo Pozzoli che con lui era a bordo del Canadair che si è schiantato sull’Etna mentre volavano per spegnere un incendio in zona Linguaglossa. «Ha sempre pilotato aerei, aveva trasformato la sua passione in lavoro e aveva esperienza da vendere – dice – non so cosa possa essere successo».
«Dieci minuti dopo l’incidente – racconta ancora Gennaro – ieri pomeriggio, sono stato chiamato dal responsabile dell’associazione Soccorso Amico che ci accomuna e ci lega ancora oggi, nonostante le nostre rispettive famiglie e le nostre vite ci abbiano portato lontano. Insieme siamo stati in prima linea nel terremoto dell’Irpinia, salimmo sull’ambulanza alle 7,30 del 23 novembre 1980, tornammo a casa dopo 20 giorni. Avevamo 21 anni, da allora siamo cresciuti, maturati, invecchiati».
«Da anni pilota istruttore, nel 2003 fa ebbe una disavventura qui a Salerno – ricorda Gennaro all’Adnkronos – Stava facendo una lezione con un allievo quando l’aeroplano sul quale volavano andò in avaria. Doveva atterrare perché si spense il motore, ma erano proprio sopra la spiaggetta di Santa Teresa ma vedendo che c’erano bambini che giocavano a pallone virò sulle piante del lungomare. Riuscì a venirne fuori illeso, lui come pure il ragazzo al suo fianco».