Gli agenti della Questura di Milano hanno arrestato questa mattina in un bed and breakfast in via Michetti, zona Quarto Oggiaro, il rapper Vincenzo Pandetta, conosciuto con il nome d’arte di Niko, condannato a 4 anni e mezzo di detenzione per spaccio ed evasione.
In passato i suoi concerti sono stati vietati, anche a Milano, proprio per l’esaltazione esplicita nelle sue canzoni del mondo della criminalità organizzata.
Il 12 ottobre la Procura di Catania aveva emesso l’ordine di carcerazione di Pandetta. Non appena constatato che il cantante non era nella sua abitazione, ha avvertito gli agenti della questura di Milano, informandoli della possibile presenza in città. Dopo i primi accertamenti, gli agenti hanno individuato una possibile abitazione in cui poter rintracciare Pandetta e hanno tenuto sotto osservazione il bed and breakfast.
Alle 8 di questa mattina i poliziotti, appostati da un’ora, hanno visto uscire dall’edifico di via Michetti il trapper, con la testa coperta dal cappuccio e in compagnia di un uomo. I due sono poi saliti a bordo di un’auto che li aspettava, guidata da una terza persona. Solo dopo aver avuto la certezza che fosse Pandetta, gli agenti hanno fermato i tre uomini all’incrocio tra via Lessona e via Aldini, sempre in zona Quarto Oggiaro, mentre erano fermi al semaforo. L’autista è risultato essere un italiano mentre l’altro passeggero, un albanese e con precedenti per falso, ha dichiarato essere il manager di Niko. La posizione dei due accompagnatori è al vaglio degli inquirenti.
Pandetta era consapevole del mandato di arresto emesso dalla Procura di Catania lo scorso 12 ottobre e lo aveva pubblicizzato anche sui suoi canali social. Una volta fermato e trovato in possesso di 12 mila euro in contanti, il trapper ha dichiarato di essere a Milano per firmare un contratto e che poi sarebbe tornare a Catania, dove ha la residenza, come già dichiarato in alcuno post sui social in cui mostrava anche i locali milanesi che frequentava.
IL CONTRATTO FIRMATO
«Ho appena firmato un contratto discografico milionario». È quanto il trapper neomelodico Niko Pandetta ha detto agli agenti della Squadra mobile di Milano quando è stato e bloccato in forza di un’ordine di carcerazione emesso lo scorso 12 ottobre dalla procura di Catania per la condanna definitiva a più di quattro anni per spaccio ed evasione. «Sarei tornato a breve per consegnarmi», ha poi aggiunto agli investigatori della prima sezione Criminalità organizzata e latitanti, diretti da Marco Cali’ e guidati da Nicola Lelario. Erano stati i loro colleghi della Mobile etnea a segnalare la possibile presenza di Pandetta nel capoluogo lombardo dopo averlo cercato nei giorni scorsi senza successo a Catania dove risiede regolarmente. Dal giorno della sentenza della Cassazione il cantante aveva commentato sui social la sua imminente carcerazione. «Sono abituato agli spazi stretti, alle case piccole, alle celle, alla scena italiana. Quando tornerò là mi porterò il vostro affetto. Da dentro vi darò nuova musica. Uscirò e mi vedrete più forte di prima», scriveva in uno di questi. Nell’ultimo pubblicato sul suo profilo Instagram si era fatto fotografare dietro a delle sbarre con la geolocalizzazione al carcere milanese di Opera.
CHI E’ NIKO PANDETTA
Tatuaggi sul corpo e sul viso, sguardo truce e foto con mazzette di soldi in mano. È l’istantanea di Vincenzo Pandetta in arte `Niko´, cantante neomelodico e trapper catanese del quartiere di `Cibali´, classe 1991, salito alla ribalta della cronaca per avere dedicato più canzoni allo zio, il boss Salvatore Cappello, detenuto in regine di 41 bis. Sui social è un idolo assoluto, anche se la sua carriera è spesso finita sotto i riflettori non per ragioni musicali, quanto per le tante polemiche che lo hanno coinvolto. Pandetta oggi è stato arrestato a Milano dalla polizia in forza di un ordine di carcerazione per una condanna a 4 anni per spaccio ed evasione. Verdetto divenuto definitivo lo scorso 11 ottobre quando la Cassazione ha respinto il ricorso dei legali del cantante. Il 31enne catanese, dopo aver pubblicizzato la notizia della sua condanna sui social, era sparito, ma è stato rintracciato in zona Quarto Oggiaro.
Recentemente `Niko´ è stato al centro di una rissa con il ferimento di una persona, avvenuta nell’Ecs dogana, una discoteca all’interno del porto di Catania tra due frange criminali, I Mazzei da una parte e i Cappello dall’altra. In quell’occasione era l’estate scorsa la procura chiese in suo arresto, ma il già glielo negò. Da allora, in mezza Italia, soprattutto al Sud, prefetture e questure hanno vietato le sue performance in piazza. Nelle sue canzoni il rapper racconta le difficoltà della sua vita, e parla apertamente di mafia, da profondo conoscitore di determinate dinamiche, anche se più volte ha provato a redimersi. In alcune canzoni si lascia andare a questi versi, parlando dello zio boss: «Zio Turi io ti ringrazio ancora per tutto quello che fai per me, sei stato tu la scuola di vita che mi ha insegnato a vivere con onore, per colpa di questi pentiti sei chiuso là dentro al 41 bis». In un post sui social si è detto pentito però per quello che ha fatto in passato, raccontando le fasi della sua vita, la prima, quando ha sbagliato, quando ha pagato per i suoi sbagli e quando ha combattuto per costruirsi un futuro, che però in questo periodo gli viene negato «da chi non vuole che si rifaccia una vita».