Associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti e psicotrope, corruzione, peculato e falso in atto pubblico.
Si tratta delle accuse mosse a 4 persone arrestate oggi: tre appartengono alle forze dell’ordine. Le manette ai polsi sono scattate nella mattinata di oggi e ad eseguire gli arresti i Finanzieri del comando provinciale di Catania e gli agenti della Squadra Mobile di Siracusa. In particolare due poliziotti sono finite in carcere e un terzo agli arresti domiciliari.
Arresti domiciliari anche per un quarto uomo, non appartenente alle forze di polizia. Il gip del Tribunale di Catania ha disposto la custodia cautelare in carcere per Rosario Salemi, 51 anni, già in quiescenza; e Giuseppe Iacono, 58 anni, in servizio alla Polfer di Siracusa; e il sequestro preventivo a loro carico, rispettivamente, per un importo pari a 209 mila 908 euro e a 374mila euro. Arresti domiciliari per un vice ispettore di Polizia Claudia Catania, 54 anni; e per Vincenzo Santonastaso, 51 anni di Noto, complice nel traffico degli stupefacenti messo in atto da due dei poliziotti coinvolti. Indagato anche un carabiniere, in servizio a Siracusa, per rivelazione di segreto d’ufficio in concorso.
L’indagine ha consentito di ricostruire il “modus operandi” che sarebbe stato utilizzato dai poliziotti indagati. Nel corso dell’attività investigativa coordinata dalla Procura di Siracusa nel biennio 2019-2020, è emerso la vicinanza di due dei tre poliziotti (in precedenza in servizio presso la Sezione Antidroga della Squadra Mobile) ai familiari di uno dei maggiori esponenti di una piazza di spaccio siracusana, poi divenuto collaboratore di giustizia. Contemporaneamente I finanzieri del comando provinciale di Catania, hanno portato avanti un’indagine coordinata dalla DDA: I militari delle Fiamme Gialle hanno appurato che I poliziotti indagati, dal 2011 al 2018, avrebbero contribuito a rifornire abitualmente le locali piazze di spaccio in virtù del rapporto illecito creato con due esponenti di spicco delle associazioni criminali dedite al traffico di stupefacenti, poi divenuti collaboratori di giustizia. Gran parte della droga che sarebbe stata ceduta dietro corrispettivo dai poliziotti agli appartenenti dei gruppi criminali, sarebbe arrivata dai sequestri eseguiti nel corso di indagini e sottratta all’esito delle analisi di laboratorio effettuate sui campioni, prima del deposito presso l’ufficio “corpi di reato del Tribunale di Siracusa.
La sostanza stupefacente sequestrata sarebbe stata sostituita con materiale di ogni genere, come mattoni di terracotta al posto dei panetti di hashish o mannitolo in luogo della cocaina. Inoltre I finanzieri hanno accertato che al fine di consentire la prosecuzione dei traffici illeciti, i poliziotti, nel corso degli anni, avrebbero garantito l’impunità ai propri “sodali”, rivelando agli interessati l’esistenza di indagini a loro carico della Procura di Siracusa e della DDA di Catania, comprese specifiche informazioni in merito a intercettazioni in atto e ai luoghi dove erano state installate le microspie piazzate dalle forze dell’ordine, nonché i contenuti dei verbali di collaboratori di giustizia. Oltre ai proventi derivanti dalla fornitura di sostanze stupefacenti, gli indagati sarebbero stati tra loro legati anche da un rapporto corruttivo stabile e duraturo, ricevendo dai referenti della piazza di spaccio remunerazioni periodiche per le informazioni fornite e il sostegno garantito. Le indagini hanno riguardato anche il patrimonio degli indagati: sarebbe stato appurato per due dei tre poliziotti, una notevole sproporzione tra i redditi percepiti e il loro tenore di vita.