«Di fronte agli scenari inquietanti delle nostre città, sia a livello nazionale sia a livello regionale, nessuno può restare alla finestra a guardare, preda della sindrome dello spettatore».
Comincia così il documento `Non possiamo tacere´, redatto da un «gruppo di fedeli laici in collaborazione con l’Ufficio per i problemi sociali e il Lavoro» di Catania, in vista del voto del prossimo 25 settembre. Sarà presentato il 5 settembre alle 19,15 nel Salone dei Vescovi dell’Arcivescovado. Lo hanno già firmato 13 proponenti, esponenti del mondo universitario, della società civile, del sindacato e delle professioni, ed ha avuto l’adesione di responsabili di movimenti, associazioni e di organismi appartenenti alla consulta delle aggregazioni laicali.
Nel testo si evidenzia che «non sarà concessa ai partiti `nessuna delega in bianco´» e, anzi, i proponenti si propongono di favorire un «discernimento personale e comunitario per la scelta dei candidati» sulla base di criteri condivisi (come la competenza e la coerenza etica, il rispetto del principio di sussidiarietà) e sulla base della valutazione dei programmi. Fissate in agenda priorità, grandi sfide ed emergenze che caratterizzano la situazione siciliana all’attenzione della politica. Fra queste: la povertà economica (il 42,2% delle famiglie in povertà assoluta risiede al Sud) e la povertà educativa (la Sicilia ha il triste primato della dispersione scolastica e della carenza di asili nido) che insieme alla crisi economica e alla precarietà occupazionale incidono significativamente in modo negativo sulle prospettive di sviluppo della società siciliana.
Nel testo vengono, inoltre, evidenziati i deficit siciliani di adeguate politiche ambientali, le carenze infrastrutturali, gli effetti della devianza e della presenza della criminalità comune, organizzata e mafiosa. Il documento suggerisce anche la necessità di una rinnovata efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni e invita a superare le diseguaglianze e a garantire il rispetto dei diritti, con particolare riferimento alla accoglienza della vita, dal suo inizio, nel suo sviluppo e fino alla conclusione naturale, alla assistenza e cura delle persone svantaggiate, fragili, degli anziani e dei minori. Infine, il documento propone una generosa apertura ai profughi e ai migranti che sia capace di «creare nuove sintesi culturali». I firmatari del documento si impegnano «a vigilare sulla reale evoluzione delle promesse e dei progetti lanciati in campagna elettorale e sulla reale attuazione del principio di sussidiarietà».