Volano gli stracci dentro Forza Italia.
L’ok di FdI a Renato Schifani, tra i nomi offerti agli alleati dal partito di Berlusconi – ma non proprio ai primi posti – per chiudere la partita del candidato governatore in Sicilia, spiazza buona parte dei big azzurri.
Perché, filtra da ambienti di partito, Ignazio La Russa prima di rendere ufficiale la scelta, avrebbe informato solo Antonio Tajani. Né Licia Ronzulli né tantomeno Gianfranco Micciché, il ras azzurro nell’Isola che ha affossato il bis di Nello Musumeci, sarebbero stati avvisati. Una mossa, insomma, ritenuta «scorretta e provocatoria» da chi aveva già dovuto digerire il «no» di Giorgia Meloni a Stefania Prestigiacomo, la prescelta dal Cavaliere. Tant’è che a fare rumore è il silenzio tombale, almeno fino all’imbrunire, dei dirigenti azzurri attorno al nome di Schifani, che riceve invece gli apprezzamenti dei «cespugli» di centrodestra: Noi con l’Italia, la Dc di Totò Cuffaro e un «endorsement criptico» degli autonomisti di Raffaele Lombardo, federati con la Lega. Bocche cucite finora e imbarazzo da parte proprio del Carroccio, che aveva condiviso con Forza Italia di convergere sulla Prestigiacomo. Ieri sera Matteo Salvini ha raggiunto Berlusconi a Villa Certosa in Sardegna. Chi tra i leghisti aveva pronto il comunicato stampa pro-Schifani è stato stoppato. «In serata qualcosa accadrà», sussurra un parlamentare di Salvini, che però non osa azzardare alcuna ipotesi. Per tutta la giornata, spiegano diversi protagonisti della coalizione, ci sono state telefonate infuocate. Da oggi si depositano i simboli elettorali per le regionali del 25 settembre, ci sarà tempo fino alle 16 di domenica. Ma nessuno in queste ore nel centrodestra azzarda pronostici. Sarà alla fine Schifani il candidato ufficiale? Ci sarà un altro nome? Oppure, come aveva ipotizzato Gianfranco Micciché nei giorni scorsi, c’è davvero il rischio che il centrodestra in Sicilia si spacchi? È stato La Russa , in tarda mattinata, ad aprire le danze: «Ho parlato con Meloni che, nell’impossibilità di far convergere tutta la coalizione sul presidente uscente Musumeci, ha accolto la proposta di Silvio Berlusconi di individuare un nome tra la rosa che il presidente stesso gli ha proposto. Il nome individuato da noi, tra i nomi fatti, è Renato Schifani».
Perché, argomenta, «in qualità di ex presidente del Senato, ha mostrato nel suo ruolo istituzionale essere al di sopra dei partiti» e aggiunge che «Meloni ha comunicato a Salvini questa preferenza: ancora una volta FdI fa il massimo sforzo per unità del centrodestra anche a scapito delle legittime aspirazioni». In realtà, sfumata Prestigiacomo, il primo nome di Forza Italia era quello di Gianfranco Micciché, gradito agli alleati siciliani tranne che a FdI. Altro nome sarebbe stato quello di Daniela Faraoni, dirigente generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Palermo; poi gli outsider Tommaso Calderone (capogruppo Fi all’Ars), Barbara Cittadini, responsabile nazionale Aiop (cliniche private) e Toti Amato, presidente dell’ordine dei medici a Palermo. Anche se i rapporti tra Micciché e Schifani negli ultimi tempi sono migliorati, nei mesi scorsi l’ex presidente del Senato aveva `sposato´ la linea dei cosiddetti «governisti» azzurri in rivolta contro il leader siciliano per la sua strenua opposizione al bis di Musumeci. Se l’ex governatore e commissario della Dc Nuova Totò Cuffaro reputa «Schifani una personalità caratterizzata da grande senso delle Istituzioni e collaudata esperienza politica», il referente del M5s in Sicilia, Nuccio Di Paola, attacca il centrodestra: «Complimenti a tutto il centrodestra per la scelta del senatore Schifani, pare l’abbia fatta FdI da una rosa di nomi proposta da Silvio Berlusconi. Se così fosse, auguriamo al senatore Schifani buona campagna elettorale, impegnato anche, come risulterebbe, nel processo al cosiddetto «sistema Montante» dove sembrerebbe imputato per rilevazione di segreto d’ufficio». (ANSA).