«In queste ore sono in corso grandi manovre politiche. Ignazio La Russa sta tentando di ricucire lo strappo interno al centrodestra. La verità però è che Giorgia Meloni si è stancata di Nello Musumeci, anche perché aver chiesto un tavolo adesso scombina i piani della Meloni che voleva in anteprima la Sicilia perché si vota a novembre. Solo dopo avrebbe aperto il tavolo nazionale dove avrebbe fatto valere il fattore Lollobrigida, capogruppo alla Camera di FdI e cognato della Meloni, che vuole la presidenza della regione Lazio per suo cognato».
Lo dichiara il leader di Sicilia Vera e candidato alla presidenza della Regione Siciliana Cateno De Luca.
«Adesso invece – aggiunge- il tavolo si apre per tutte le candidature delle Regioni. Ed ovvio che non può avere o quantomeno imporre i suoi nominativi sia in Sicilia che nel Lazio. Ed è a questo punto che scompare la figura di Musumeci». Per De Luca, «in questo quadro si inserisce Miccichè che al tavolo del centrodestra siciliano vuole proporre un nome alternativo a Musumeci e di compromesso: Raffaele Stancanelli. Un nome utile a tentare di frenare FI e che va bene a Raffaele Lombardo, va bene a Miccichè perché nella geopolitica è di Catania e gli consente di tornare a fare il presidente del Parlamento siciliano. E’ un nome che va bene anche a Luca Sammartino, perché Stancanelli, che ha 70 anni, fa nuovamente il patto dei 5 anni e non un anno in più consentendo a Sammartino di prepararsi alla scalata. L’unico ovviamente a cui non va bene è Nello Musumeci».
«Io – evidenzia infine Cateno De Luca- ho grande stima di Stancanelli ma il suo problema è che sarebbe accompagnato sempre dalla solita banda bassotti di cui sarebbe garante». «Noi – conclude- siamo al di fuori di queste faide. La nostra posizione è chiara, noi siamo contro questo sistema. Non mi interessa ricevere l’investitura della banda bassotti politica. Non ci sto! Voglio un radicale cambiamento perché questo cambiamento garantisce la libertà finalmente alla nostra terra».