Un’esplosione di rock, libertà e giovinezza allo stato puro.
Sfrontati quanto eterogenei e dalla forte carica empatica, i Maneskin hanno trasformato il Circo Massimo in una festa dal ritmo incalzante e dagli echi psichedelici carica di entusiasmo che Roma non ricordava da tempo. Al `chiaro di luna´, come suggerisce il nome in lingua danese della band, e con la fluidità di genere che continua a portare in palcoscenico nell’immagine e nell’abbigliamento, il gruppo romano diventato icona di stile (il loro look mescola elementi glam rock a pop anni Settanta), ha fatto ballare per oltre due ore i 70 mila di Roma per un evento, in collaborazione con `Rock in Roma´, atteso da una intera generazione che vive il lock down da anni.
Le raccomandazioni di usare le mascherine su invito del responsabile prevenzione del ministro della Salute, Antonio Rezza, a causa degli aumenti dei casi di Covid nel Lazio, sono state ascoltate ma fino ad un certo punto. Per la notte-evento troppa era la voglia di `ascoltare´ altro, sentire altro, liberare la propria energia. `Il rock non eliminerà i tuoi problemi ma ti permetterà di ballarci sopra´, diceva lo storico chitarrista degli Who, Pete Townshend. Proprio così. E dopo l’annullamento del concerto capitolino a dicembre, la nuova ondata di contagi, registrato nel Paese nelle ultime settimane, non ha impedito lo svolgimento dell’evento all’aperto. La polemica sollevata dagli esperti (per i medici l’evento potrebbe creare un mega cluster) ha scatenato l’ira degli utenti social che si sono chiesti perché `spostare´ proprio i Maneskin dato che altri concerti si sono svolti senza lanciare allarmi.
Attesi dall’altre parte del mondo con il loro Loud Kids Tour Gets Louder 2022/2023 al via dal 31 ottobre prossimo (56 concerti) che li porterà nei principali club e palasport del Nord America e Europa, i Maneskin – dopo Verona e Lignano Sabbiadoro – hanno calcato il palco (doppio) della loro citta facendo `tremare´ a ritmo rock il luogo più iconico della Capitale, loro che sei anni fa erano sui marciapiedi di via del Corso a suonare come artisti di strada. Largo più di 50 metri, lo stage si è sviluppato con una passerella lunga 25 metri andata a chiudersi con un secondo palco di 40 mq; al centro una pedana rossa a forma di M che sorregge la batteria, mentre ai lati, due mega schermi che riproducevano le immagini dello show. Una scia di oltre 750 corpi illuminanti di grandissimo effetto a rendere la scenografia molto spettacolare.
La set list composta da 24 brani è scivolata via in due ore incalzanti nel corso delle quali Damiano David (voce), Victoria De Angelis (basso), Thomas Raggi (chitarra) e Ethan Torchio (batteria), hanno ripercorso le tappe fondamentali della band, dai primi brani che li hanno fatti conoscere al pubblico, come «Chosen» (certificato doppio platino) e «Torna a casa» (cinque dischi di platino), fino agli ultimi grandi successi che hanno aperto loro le porte del mondo, con «Zitti e buoni» (cinque dischi di platino), «Coraline» (disco di platino) fino al nuovo singolo «Supermodel» (certificato disco d’oro). Si è partiti, tra fuoco e fiamme, con `Zitti e buoni´, il singolo che ha vinto il Festival di Sanremo 2021 e l’Eurovision Song Contest 2021 A seguire `In nome del padre´, `Mammamia´, `Chosen´ («Questo è un pezzo molto speciale, lo suonavamo già non molto lontano da qui, sulle strade di Roma», ha detto the voice David). C’è spazio anche per le cover e viene in mente quanto disse mesi Damiano. «Usciti da X Factor la principale critica che ci facevano era che facevamo solo le cover. Oggi dico: grazie a Dio». Non sono mancate tra le altre `Womanizer´ (cover Britney Spears), `La paura del buio´, il loro ultimo singolo `Supermodel´, `Close to the Top´, Amandoti (cover CCCP), `I Wanna Be Your Slave´, If I Can Dream (cover Elvis Presley), `Torna a casa´, `Vent’anni´, `I Wanna Be Your Dog (cover The Stooges)´, la virtuosa `Beggin´ (cover The Four Seasons), Morirò da re, Lividi sui gomiti. A chiudere il bis di `Le parole lontane´, `I Wanna Be Your Slave´.
Non sono mancati momenti di grande coinvolgimento, così come spazi per assoli e irresistibili performance di basso e batteria, e l’esecuzione commovente di brani in acustico. Le loro voci, rotte e piene di energia e di voglia di vivere, raccontano il significato di avere vent’anni. Dopo la consacrazione da parte dei Rolling Stones (il quartetto ne aprì il concerto a Las Vegas lo scorso novembre) e i complimenti ricevuti da molti artisti internazionali (di recente il gruppo è stato elogiato anche da Bryan Adams), il gruppo ad ogni tappa mostra sempre più padronanza della scena. Alzano il livello del rock ma anche dei loro messaggi da lanciare. Questa estate la band è protagonista di un tour dei più prestigiosi festival mondiali, che ha già toccato il Rock Am Ring & Rock Im Park, l’Open’er Festival e proseguirà con il Reading & Leeds Festival, Lollapalooza (a Parigi e Chicago), Rock Werchter, passando anche per il Rock in Rio in Brasile e il Summer Sonic in Giappone. Prima però, dopo una notte capitolina palpitante attesa da oltre un anno, hanno conquistato Roma.
Bravi con settantamila presenze chissà quanti contagi porteranno a casa loro a genitori e parenti stretti. Covid per tutti.