E alla fine, a Roma ci sono arrivati insieme.
E sicuramente non è un caso se, la prima volta in cui condividono un palco, il concerto inizia proprio con `Bomba o non Bomba´.
Antonello Venditti e Francesco De Gregori partono dalla Capitale per un live pensato già nel 2018 e atteso dai loro tantissimi fan più a lungo del previsto a causa della pandemia. Due tra i più grandi artisti della storia della musica italiana si ritrovano a cinquant’anni di distanza dal primo album pubblicato insieme, quando muovevano i primi passi nel Folk Studio di Roma, a firma Theorius Campus.
Il concerto dell’Olimpico apre un tour di oltre 20 tappe che si concluderà il 5 ottobre all’Arena di Verona (la nuova data annunciata) e che in qualche modo è il coronamento di due carriere che hanno a lungo viaggiato parallele. Due strade che si incrociano di nuovo, un’amicizia fraterna che ha vissuto anche momenti difficili. «Il nostro rapporto ora si è compiuto. Ci possiamo mandare a fare in c…veramente, non per sentito dire, e ci diciamo le cose come amici. Possono esserci alti e bassi ma resta la sostanza, la fratellanza», rimarca Venditti.
«Cantiamo le canzoni dell’altro. Stasera c’è uno spazio smisurato e bellissimo, ma non è quello che mi impressiona di più, mi impressiona cantare assieme al mio amico», dice De Gregori. Trentadue canzoni, di cui 20 cantate insieme. Un concerto che parte sulle note di `Così parlò Zarathustra´ di Richard Strauss già nobilitate da Kubrick nel suo `2001: Odissea nello spazio´. Poi tanti classici che infiammano un Olimpico sold out (44mila biglietti venduti) e con tanti vip sugli spalti (da Paolo Sorrentino a Checco Zalone, da Rosella Sensi a Claudio Ranieri). Si inizia con Venditti al pianoforte, poi De Gregori alla chitarra sulla sua `Leva calcistica della classe ´68′. Ovviamente, c’è tanta Roma e romanità.
«E’ passato un po’ di tempo ma alla fine ce l’abbiamo fatta, ed è bellissimo. Ce la godiamo tutta», dice Venditti rivolgendosi al pubblico. E il pubblico scandisce uno dopo l’altro tutti i loro successi: `La Storia´, `Alice´, la `Canzone´ dedicata a Dalla, poi `Sara´, `Ci Vorrebbe un Amico´, `Notte prima degli esami´, `Rimmel´, `Titanic´. La chiusura con `Grazie Roma´ è un omaggio alla città che li ha cresciuti e amati. E pazienza se la Roma di oggi è non è più quella di cinquant’anni fa. «La domanda è la stessa a ogni cambio di Comune, con la Raggi e con il Pd -dice Venditti-. Vuol dire che questa città si regge a prescindere, ha i suoi problemi ma mantiene la bellezza». E stasera, è una grande bellezza.