«Alla mia città chiedo la diffusione del mio appello, so che non tutti possono permettersi di fare una donazione, specie dopo una pandemia: un piccolo aiuto sarà gradito, oltre che sperato.
Confido in un intervento del sindaco di Adrano, città dove la mia famiglia è molto conosciuta. Mio padre Franco era il custode della Scuola Media Statale ‘Giuseppe Mazzini’ e con le sue azioni è stato sempre presente. Spero che la gente, in sua memoria, si muova».
Al Corriere Etneo, l’appello di speranza del 43enne adranita Giancarlo Petronio, militare del Centro Addestramento Paracadutismo della brigata ‘Folgore’ che sulla piattaforma GoFundMe ha lanciato una raccolta fondi in sostegno della propria battaglia contro un linfoma non-Hodgkin isotipo diffuso a grandi cellule B primitivo del sistema nervoso centrale, che lo ha colpito nel marzo del 2020.
«Non mi sono mai abbattuto e dato per vinto. Durante i cicli di chemioterapia riuscivo a fare anche fisioterapia, attaccato alla flebo»,
dichiara Giancarlo al Corriere Etneo. I 60 mila euro della raccolta serviranno a sostenere le spese di terapia, viaggio e soggiorno in Spagna. La malattia, causa di una rapida paralisi sul lato sinistro, in Italia è classificata come inestinguibile ma Giancarlo è armato di grande forza, non si perde d’animo e dopo mesi di ricerche viene a conoscenza di immunoterapie eseguite in Europa che hanno un elevato costo. I medici hanno già pronosticato delle buone possibilità di riuscita: «Punto all’estinzione della malattia, non mi accontento di migliorare e voglio tornare a una vita normale». Chiede di poter vivere e trae la sua forza dal desiderio di poter trascorrere il suo tempo con la moglie e i figli di 7 e 9 anni, con i quali vive a Pisa. Racconta delle giornate di trekking con la sua famiglia: «I miei figli e mia moglie mi supportano, cerco di dedicare loro molto tempo. Sabato scorso sono riuscito a fare 12 chilometri, anche se è stata tosta».
«Psicologicamente mi sento un drago, grazie al ricordo di mio padre e all’ambiente dove vivo e lavoro. Fino a 7 anni fa facevo ancora paracadutismo, un’attività di grande responsabilità che era la mia vita».
Giancarlo parla delle attuali difficoltà di scrivere e camminare e della stanchezza causate dalla malattia, tuttavia «sono molto deciso e persistente, i medici mi dicono che ho una forza di volontà come pochi». Giancarlo è molto legato a Adrano, sua città d’origine, dove ancora abitano i parenti: «Dal ’99, anno in cui sono partito militare, ritorno spesso ad Adrano ma da quando è iniziata la mia malattia non mi è stato possibile, perché sono sempre sotto controllo e non me la sento di uscire da casa, i sintomi della mia malattia si aggravano nel periodo in cui faccio la cura ciclica». La scoperta della malattia avviene dopo un’attività ricreativa con la famiglia, quando accusa delle perdite d’equilibrio e decide di fare degli esami che rilevano diverse lesioni cerebrali: «Uscivo già da una serie di preoccupazioni familiari, probabilmente la malattia mi ha colpito in un momento di fragilità e ha avuto strada facile».
È una fortuna che abbia preso io la malattia e non qualcuno della mia famiglia che adesso soffre più di me.
Sono arrabbiato, più che altro, perché al giorno d’oggi in Italia mancano soluzioni che possano evitare ciò. Prevenire è meglio che curare». La terapia durerà dai nove ai sei mesi – nel corso dei quali Giancarlo dovrà recarsi più volte in Spagna, «non ci sono controindicazioni, a differenza della chemioterapia che è molto invasiva – anche se i medici mi hanno sempre detto che la sopporto bene». L’appello su GoFundMe è stato già accolto da tante persone: «In generale, sto ricevendo tanto sostegno morale, oltre che da chi mi sta accanto sempre, anche da parte di chi non mi conosce. Spero di arrivare alla somma necessaria per curarmi, ho cercato di limitarla al minimo necessario. So che siamo in tanti ad avere bisogno ma basta un piccolissimo contributo, per questo credo sia più importante la diffusione del messaggio».