«La crisi di leadership che attanaglia già da qualche tempo i vertici regionali e provinciali di cosa nostra sembra non potersi risolvere a causa dei continui contraccolpi subiti dalla persistente azione di contrasto giudiziario degli ultimi anni che si conferma, con la medesima intensità in tutta l’isola, anche nel semestre di riferimento».
È quanto si legge nella relazione semestrale Dia al 1° semestre 2021 in cui si sottolinea come «l’attacco costante al patrimonio mafioso con numerose misure ablatorie e l’incessante attività interdittiva dei prefetti nelle varie province rendono gli sforzi di riorganizzazione della mafia del tutto insufficienti, fiaccando la sua naturale attitudine alla resilienza dimostrata nel tempo».
«In seno a cosa nostra – scrive ancora la Dia – l’assenza di operatività della struttura di vertice sta determinando all’interno di province e mandamenti la tendenza a ricorrere ad un modello di gestione di tipo orizzontale sia di strategie generali che di risoluzione di problematiche emergenti. Gli organi collegiali di governo di cosa nostra sembrano accusare i contraccolpi di un’azione giudiziaria che negli anni non ha dato tregua a famiglie e mandamenti mafiosi».
«La pressione estorsiva – si legge nella relazione – non sembra essersi attenuata. L’indole parassitaria di cosa nostra continua a rappresentare un `fondamentale´ irrinunciabile della mafiosità anche in una contingenza economico-finanziaria fortemente condizionata dalla crisi conseguente alla diffusione della pandemia da Covid-19». La relazione ricorda come «numerose evidenze giudiziarie del semestre» hanno testimoniato «un’attività estorsiva continua da parte delle famiglie mafiose anche durante il periodo di lockdown».