di Alfio Cariola
Questa foto risale ai primi anni ’30 del secolo scorso: sulla didascalia è riportato il toponimo Adrano, come il comune fu richiamato alla fine degli anni ’20.
Si può notare sulla destra il monumento ai Caduti. Il terreno antistante il monastero di Santa Lucia fino ai primi del ‘900 era coltivato a uva, per questo veniva chiamato “vigna corta” o “vigna di corte”.
Negli anni della prima guerra mondiale, era sindaco Padre Vincenzo Bascetta, che ebbe la lungimiranza di fare in quel sito un giardino pubblico dopo averlo acquistato per conto del Comune. Allo scoppio della guerra, Padre Bascetta non fu mandato al fronte come cappellano perché il prefetto di allora ritenne che fosse troppo importante la sua presenza in Adernò, poiché si prodigava in modo assoluto per i suoi concittadini. Un esempio per tutti: essendo stati inviati tutti gli abili al fronte, nelle campagne mancava manodopera.
Come se non bastasse, per un paio d’anni ci fu una forte siccità, per cui il grano venne a scarseggiare. Padre Bascetta, allora, girò la Sicilia in lungo e largo per comprare tonnellate di frumento da rivendere ai paesani al prezzo del costo da lui sostenuto, senza guadagnarci neanche un centesimo. Padre Bascetta era così benvoluto dal popolo che avrebbe potuto essere sindaco a vita.
Con l’avvento del fascismo, venne destituito. Al suo posto, col titolo di podestà, subentrò Agatino Chiavaro, il quale era stato emigrato in America. Chiavaro fece realizzare la villa su quel terreno che aveva acquistato Padre Bascetta, prendendosene tutti i meriti.
Essendo da poco finita la guerra, la villa fu chiamata “Giardino della Vittoria”, inoltre fu commissionato ad Angelo La Naia – pittore e scultore adranita – il monumento ai Caduti.