Centrodestra, futuro incerto per la coalizione dopo l’indicazione di “Salvini unico leader” da parte di Berlusconi

Centrodestra, futuro incerto per la coalizione dopo l’indicazione di “Salvini unico leader” da parte di Berlusconi

L’invito a Salvini per il `wedding party´ a villa Gernetto è partito dopo una telefonata del leader della Lega in settimana.

Berlusconi ha deciso di invitarlo anche per questo motivo, mentre la Meloni non si sarebbe fatta sentire. Ma, al di là della partecipazione all’evento «da amico» del segretario del partito di via Bellerio che ha fatto storcere il naso a un po’ di parlamentari azzurri, sono state le parole che il Cavaliere ha pronunciato ad aver destato un po’ di sorpresa.

«Questo è Salvini, l’unico leader vero che c’è in Italia. Gli voglio molto bene e lo ammiro perché è una persona sincera», la presentazione fatta dal presidente azzurro. Da qui il convincimento in molti in FI che l’ex premier voglia consegnare le chiavi del centrodestra all’ex ministro dell’Interno. In ogni caso le parole affettuose del Cavaliere sono un ulteriore segnale della stima che Berlusconi nutre per l’alleato che, a suo dire, gli ha dimostrato, a differenza di altri, riconoscenza e vicinanza anche nella partita del Quirinale. Salvini ha ringraziato il padrone di casa, si è augurato una «squadra unita e compatta». Martedì dovrebbe partecipare all’iniziativa promossa dal centro studi `Machiavelli´, in un primo momento organizzata alle 11 e poi posticipata alle 14, dopo l’intervento del presidente ucraino Zelensky in Parlamento. Evocativo il titolo della kermesse: `Un partito repubblicano in Italia? L’ipotesi del partito unico e delle primarie del centrodestra´. In diverse occasioni l’ex responsabile del Viminale ha lanciato il progetto della federazione e potrebbe tornare a farlo. Anche se in Forza Italia c’è la convinzione che non sia questo il momento propizio per parlare di progetti futuri.

L’ipotesi di una lista unica per il 2023 resta sullo sfondo ma ci sono resistenze sia nella Lega che nel partito azzurro e mal di pancia per il nuovo asse tra i due leader.

Nei gruppi parlamentari della Lega intanto c’è preoccupazione per gli ultimi sondaggi. E il timore che il viaggio del `Capitano´ in Polonia, con conseguenti polemiche, possa avere ripercussioni alle amministrative. Nell’ala `governista´ del partito di via Bellerio c’è chi ritiene che, qualora dovesse registrarsi un calo del partito nei prossimi mesi, possa finire sul tavolo il tema della leadership. Le ultime mosse del segretario non sono state apprezzate da tutti ma in ogni caso ogni eventuale ragionamento – osserva un big `ex lumbard´ – ci sarebbe dopo l’estate. Ma la tesi è che il `fattore guerra´ alla fine stravolgerà il quadro politico alle prossime politiche e che sarà necessario `richiamare´ Draghi, in qualità di garante dell’Italia, del suo debito e dell’attuazione del Pnrr.

È un ragionamento che fa breccia pure nell’ala `moderata´ del partito azzurro: il `refrain´ è che sarà difficile presentare un’alternativa credibile di governo a quella dell’ex numero uno della Bce. E poi ci sono le fibrillazioni sulle candidature alle amministrative e il `caso Sicilia´ con le distanze tra i partiti dell’alleanza – a frenare sono FI, Lega e i centristi della coalizione – sulla riconferma di Musumeci. Tra il centrodestra di governo e Fratelli d’Italia i rapporti restano tesi dopo lo scontro nella partita del Quirinale.

Il coordinatore azzurro Tajani, riguardo al rapporto con Fdi, è stato chiaro:

«Noi – ha sostenuto – siamo alleati leali ma penso che vadano cambiate alcune cose: noi non rinunciamo alla nostra identità’, vogliamo confrontarci, parlare. Credo che la coalizione dovrà ripensarsi prima delle elezioni e senza FI non si vince e governa». Altrettanto chiaro il leitmotiv in Fdi che ritiene di rappresentare in questo momento la vera essenza del centrodestra: si andrà insieme solo se ci saranno progetti chiaramente alternativi alla sinistra e a decidere la leadership saranno gli elettori.

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