L’installazione del nuovo impianto di illuminazione del Castello normanno di Paternò, poi smantellato in fretta e furia, ha sollevato un polverone di critiche.
Sui social e sui giornali sono fioccati i comunicati delle associazioni culturali, dei soggetti politici e le opinioni dei tanti cittadini che non si capacitano di come l’amministrazione comunale abbia potuto concepire un intervento così impattante sul prospetto del monumento, e di come la Soprintendenza di Catania abbia potuto approvarlo. La questione è approdata anche a Palazzo dei Normanni con un’interrogazione a firma del deputato Galvagno.
Una bella gatta da pelare per Nino Naso che già nei giorni scorsi ha ricevuto la notizia dello stop ai lavori di “riqualificazione” della fontana di Piazza della Regione, operazione che ha suscitato molte polemiche da parte di professionisti, storici dell’arte e associazioni. Ciononostante, dalle parti dell’amministrazione comunale, al netto di qualche post volto a sfidare con ironia la pioggia irrefrenabile di critiche, tutto tace.
Vuoi vedere che l’amministrazione Naso cela nei propri cassetti un progetto più ampio che stravolgerà il volto dei beni culturali a Paternò? Questa ipotesi solletica la nostra fantasia e vorremmo sforzarci di immaginare quali potrebbero essere i prossimi passi di Naso. A scanso di equivoci: è un ‘catalogo’ scherzoso.
Come nella canzone “L’anno che verrà » di Lucio Dalla, “sarà tre volte Santa Barbara e festa tutto il giorno”.
Il sindaco infatti potrebbe triplicare i festeggiamenti della Santa patrona. In effetti l’emergenza dettata dal covid ha impedito per ben due anni le celebrazioni pubbliche. La campagna elettorale imminente potrebbe essere l’occasione giusta per recuperare in una sola volta i fuochi d’artificio e le luminarie risparmiati sinora. Non ci stupirebbe sentire che per quest’anno Santa Barbara si festeggerà anche il 4 maggio. Così, a caso.
Ma potremmo anche ipotizzare, sempre nell’ottica di una riconfigurazione dell’Acropoli di Paternò, la costruzione di un campo di calcio nell’area verde che va da Cristo al Monte fino al Complesso di San Francesco alla Collina. In questo caso, viste le ristrettezze economiche dell’ente, basterà recintare l’area e replicare lo stesso progetto di illuminazione usato per il prospetto del Castello Normanno. Altro che San Siro!
Ma non è finita qui. I tempi impongono una ‘spending review’ e i tagli potrebbero coinvolgere Piazza Regina Margherita: i Quattro Canti diventeranno Tre. Tocca risparmiare.
Tornando ai monumenti, visto il successo planetario della canzone “Povero gabbiano” dell’artista catanese Gianni Celeste, rilanciata dal social TikTok, potremmo ipotizzare la sostituzione del busto di Dante Alighieri, oggetto di un tentato furto in passato, con quello del famoso cantante neomelodico. Quando bisogna riconfigurare non c’è Sommo Poeta che tenga.
Infine potrebbero attuare una strategia inedita per rilanciare le Salinelle – area naturalistica dove da anni l’incuria e il degrado la fanno da padroni – confezionando i fanghi vulcanici e vendendoli online. D’altronde: se i turisti non vanno alle Salinelle, le Salinelle vanno ai turisti!
Il ‘catalogo’, ovviamente, è improntato all’ironia. Speriamo che le idee curiose, per usare un eufemismo, dell’amministrazione Naso possano cessare.
Comprendiamo, infatti, che l’imminenza delle elezioni amministrative possa spingere chi governa la città a mettersi al riparo dalle lacune accumulate durante il proprio mandato. Ma com’è noto la fretta è cattiva consigliera e prima di intervenire sui beni della città, bisognerebbe riflettere e pianificare bene.