Agli ucraini in fuga dalla guerra i tedeschi aprono le porte di casa.
Si registrano online per offrire accoglienza, in un portale creato su iniziativa privata, e il numero dei letti aumenta di ora in ora: ieri sera si aggirava già attorno ai 200 mila. Un’enorme ondata di solidarietà, di fronte a un’emergenza che scuote la nazione e che ricorda il grande flusso del 2015, quando arrivarono oltre un milione di profughi che scappavano dalla Siria attraverso la rotta balcanica.
Il luogo di approdo è la stazione centrale di Berlino, dove ieri sono arrivati 1700 profughi. E oggi al binario 14 sono scese altre centinaia di persone, tantissime donne con bambini, spesso molto piccoli, cani e grossi peluche al seguito. Anche molti anziani, talvolta soli. «Non posso più dormire dopo quello che ho visto in questi giorni. Posso solo aiutare», racconta Isabel all’ANSA, volontaria. È italiana e vive a Berlino da qualche mese, dove studia col sogno di diventare giornalista. È lei ad accompagnarli davanti al Mc Donald, sempre nel modernissimo edificio dell’Hauptbahnhof, dove un ampio spazio è stato dedicato a un grande punto di raccolta. Chi arriva trova coperte di lana, pullover, indumenti di ogni tipo, scarpe, frutta, bevande, alimenti, ma anche giocattoli, peluche, pannolini per bambini, latte in polvere per neonati – fra i beni più richiesti – sapone, shampoo, e creme per le mani per mitigare gli effetti del freddo di questo drammatico inverno.
«Sono stanca e non so cosa mi aspetta», dice Anna, col suo bimbo in braccio di pochi mesi. «Questa guerra ci ha levato tutto, e spero solo che il padre possa raggiungerci», aggiunge senza lacrime, esausta. Lei raggiungerà dei parenti ad Amburgo. Chi resta a Berlino, invece, e sul posto non conosce nessuno, viene accolto nelle abitazioni private, o al centro di accoglienza di Oranienburger Strasse, al civico 284, dove ci sono complessivamente un migliaio di posti letto, secondo quanto spiega all’ANSA una portavoce dell’amministrazione berlinese. «Dei 1700 ucraini arrivati ieri, 700 sono rimasti a Berlino, gli altri hanno proseguito il viaggio per altre regioni. Stiamo assistendo a un’enorme ondata di solidarietà, e questo è un grande aiuto, perché ci dà il tempo di organizzare l’accoglienza». A Berlino risiedono già 22 mila rifugiati della precedente emergenza, aggiunge, in 380 alloggi cittadini. «E domani apriremo un altro centro, in via di allestimento a Tegel, con oltre 300 posti». Basterà? La sindaca, Franziska Giffey, ha previsto 20 mila profughi nella capitale e ha allertato gli altri Laender: serve coordinamento e cooperazione. Ma è una stima ancora valida, nell’attuale situazione? «Siamo di fronte a uno sviluppo dinamico», la risposta.
Alla stazione è possibile farsi ingaggiare come volontari, e gran parte di questa emergenza viene affidata alla buona volontà della società civile, oltre che alla Berliner Stadt Mission, che ha il mandato della città. In serata è lunga la fila dei berlinesi che, dalle transenne, offre alloggio in modo spontaneo agli ucraini che rischiano di non trovare posto e restare al gelo: disegni a pennarello su pezzi di cartone mostrano la capacità di chi si mette disposizione. Berlino non vuole la guerra – domenica scorsa hanno sfilato per la pace mezzo milione di persone – e gli ucraini qui sono benvenuti.