È agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione Ugo Fiduccia, direttore generale dell’Ast, l’azienda partecipata dalla Regione Siciliana che si occupa del trasporto pubblico regionale.
I finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria guidati dal colonnello Gianluca Angelini hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Palermo su richiesta del procuratore aggiunto Sergio Demontis. Oltre ai domiciliari per Fiduccia, il gip ha disposto otto misure interdittive della durata di un anno (sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio e divieto di contrattare con la pubblica amministrazione) per altre otto persone fra dipendenti dell’Ast e imprenditori.
In totale gli indagati sono 16, ma per 7 il gip non ha ritenuto applicare misure cautelari. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, falsità ideologica in atto pubblico, frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata ai danni dello Stato. Secondo l’ipotesi degli inquirenti all’Ast i vertici dell’Ast avrebbero messo in atto una gestione societaria superficiale e privatistica violando le norme di trasparenza pubblica e turbando diverse procedure di appalto.
Favorivano alcuni imprenditori e ne escludevano altri dagli appalti per le forniture di mezzi, pneumatici e pezzi di ricambio. Questo il cuore dell’indagine sull’Ast. Gli elementi acquisiti allo stato delle indagini hanno consentito di ipotizzare numerose irregolarità nell’acquisto di pneumatici, a danno di altri possibili fornitori; nell’approvvigionamento di autobus aziendali, attraverso l’artificiosa rappresentazione delle condizioni giustificanti il ricorso alla procedura negoziata; nell’affidamento del servizio di revisore contabile e la fornitura di servizi per le fasi di startup di una compagnia aerea. Nel corso delle indagini, inoltre, sono emerse condotte corruttive da parte del direttore generale Fiduccia che avrebbe conferito illecitamente l’incarico di revisore contabile ad un professionista, il quale, in cambio, avrebbe omesso la rilevazione di irregolarità contabili in grado di inficiare l’attendibilità dei bilanci della società pubblica. Non solo, sempre secondo i finanzieri in cambio di utilità varie, tra cui la promessa dell’assunzione di propri familiari, avrebbe posto in essere atti contrari ai doveri del proprio ufficio, tra cui la predisposizione di una procedura di gara per la fornitura di servizi per lo startup di una compagnia aerea, del valore di 2,1 milioni di euro, al fine di consentirne l’aggiudicazione a una società appositamente individuata grazie a requisiti «ritagliati su misura».