La storica fontana di Piazza della Regione da anni versa in stato di abbandono e degrado.
L’amministrazione comunale paternese per eliminarne il degrado sta procedendo, come si legge nella determina 337 del 31 dicembre scorso, “alla riconfigurazione della fontana con demolizione e ricolmatura della vasca e abbattimento barriere architettoniche e la valorizzazione dei pannelli a mosaico e del gruppo scultore in bronzo”.
A tal proposito per realizzare questi lavori il comune paternese ha stanziato oltre 46 mila euro (Iva compresa) affidando i lavori ad una società di costruzione di Paternò. Una soluzione che non piace ad Alfio Virgolini, ex presidente del consiglio e assessore nella prima e seconda sindacatura di Pippo Failla. Virgolini è uno dei probabilissimi candidati a sindaco di Paternò.
“Ristrutturare un opera pubblica di notevole importanza come quella della fontana di Piazza della Regione, sarebbe stato dare vita e risalto ad un’opera architettonica e artistica risalente al 1972 -scrive in una nota Virgolini-. Ci saremmo aspettati la valorizzazione della stessa attraverso la pulizia e la manutenzione quotidiana, nonché il ripristino dell’impianto di illuminazione e idrico, riportando come all’origine l’opera d’arte.
Con questa determina dirigenziale per l’affidamento dei lavori di ristrutturazione, notiamo che anziché apportare un miglioramento, si deturpa l’originalità. A questo punto ci chiediamo:
l’opera in questione è stata discussa in Consiglio comunale? È stata inserita nel piano triennale? È una semplice manutenzione? È stato dato il parere della sovrintendenza visto che ricade nel centro storico? La città non sarà felice dell’investimento che costerebbe alla comunità circa 50 mila euro. Ai posteri l’ardua sentenza”.
L’opera è stata inaugurata nel 1972 dall’allora Ministro degli Interni Giulio Andreotti. Mosaici che vennero realizzati dal maestro Contrafatto, in cui è stata raffigurata la città di Paternò dalla sue origini fino ad arrivare alle macerie della seconda guerra mondiale da cui poi risorge l’odierna Paternò.