Covid, Locatelli: “Nella logica riconsiderare la colorazione delle Regioni”

Covid, Locatelli: “Nella logica riconsiderare la colorazione delle Regioni”

Uno spiraglio per la «riconsiderazione» del sistema dei colori per le Regioni e, in attesa di indagini e osservazioni, l’eventuale ipotesi che in futuro «semmai la quarta dose potrebbe riguardare i fragili».

Anche se ancora lontani, si aprono nuovi scenari in vista della discesa delle curva di Omicron. Il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, guarda alle strategie per il prossimo futuro mentre il Governo riapre il dialogo con i governatori, che chiedono modifiche sul conteggio dei ricoveri da Covid e – vista l’introduzione del Super Pass estesa nei vari ambiti sociali ed economici del Paese – di mandare in soffitta il sistema di assegnazione dei colori.

“Il sistema della colorazione delle regioni – ha detto ieri Locatelli a ‘Che tempo che fa’ su Rai3 – è stato elaborato in maniera concertata tra Ministero e Regioni in un’epoca diversa. Che si possa arrivare a una riconsiderazione sta nella logica delle cose. Detto questo non dimentichiamo che esiste un carico di gestione nelle strutture ospedaliere anche per gli asintomatici che devono essere tenuti separati. Così come non facciamo l’errore che gli asintomatici non possano contagiare”.

Sul breve periodo intanto sono già annunciate novità in arrivo.

Dal prossimo mese si entra con il certificato verde, base o rafforzato, ovunque eccetto che in supermercati, alimentari, ospedali e farmacie. E al momento resta un punto interrogativo sui negozi di intimo, edicole e tabaccai. Con le somministrazioni dei vaccini che prendono il volo – dall’introduzione dell’obbligo per gli over 50 sono state quasi 700mila le prime dosi – il Governo è pronto a modificare entro i prossimi 15 giorni le regole sul conteggio dei ricoveri da Covid. Prima ancora, la prossima settimana, si appresta a stilare la lista definitiva delle uniche attività ancora aperte a persone senza tampone, né siero, ovvero quelle sprovviste di Green pass. Il provvedimento – sotto forma di Dpcm – potrebbe arrivare in vista del prossimo Consiglio dei ministri e servirà a chiarire quanto contenuto nell’ultimo decreto anti-Covid, secondo cui il lasciapassare `base´ sarà necessario dal primo febbraio anche in uffici pubblici, servizi postali, banche e attività commerciali, ad esclusione dei servizi «necessari per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona».

Rimangono però dei punti su cui trovare una quadra: sarà sicuramente possibile andare dal medico, dal veterinario, andare a denunciare un reato, entrare in tribunale per testimoniare o accedere a determinate attività per esigenze urgenti di tutela dei minori, ma il dibattito è ancora aperto su altri luoghi da includere nella lista. La bozza messa a punto dal ministero della Pubblica amministrazione prevederebbe un numero limitato di eccezioni, guidate dal criterio dell’urgenza, ma il ministero dello Sviluppo Economico starebbe spingendo per una lista più ampia che includa anche tabaccai, edicole, librerie, negozi di giocattoli. Dal 20 gennaio invece – questo è già stabilito dall’ultimo decreto – barbieri, parrucchieri ed estetisti dovranno già chiedere il certificato verde base, quello ottenibile anche con un tampone, ai propri clienti.

Nei prossimi mesi, invece, non si esclude che per i fragili sia necessaria la quarta dose del vaccino.

«Solo i tempi di osservazioni e indagini ben condotte ci diranno se ci sarà la necessità di fare ulteriori booster ogni 4 mesi. Semmai il discorso sulla quarta dose potrebbe riguardare i fragili», spiega il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, per il quale un vaccino specifico contro Omicron avrebbe assolutamente senso. E sui test fai-da-te per inizio e fine quarantena da Covid, così come annunciato in Emilia Romagna, chiarisce: «è considerabile esplorare strategie di tracing, ma nell’ambito di sperimentazioni ben controllate».

Gli ultimi provvedimenti dell’Esecutivo già entrati in vigore, invece, cominciano a dare effetti. Riprendono quota le prime dosi: ieri ne sono state effettuate quasi 92mila, il dato più alto dall’inizio della quarta ondata. E da quando, lo scorso 7 gennaio, è stato annunciato l’obbligo di vaccino per gli over 50 e del super pass per lavorare, sono state fatte in Italia quasi 685mila prime dosi. Prima del record stabilito ieri con quasi 92mila somministrazioni, il giorno con più vaccinazioni è stato l’8 gennaio, quando il decreto è stato pubblicato in gazzetta: poco più di 82mila prime dosi in 24 ore. Numeri che puntano ad alzare oltre il 90% la percentuale degli immunizzati, per correre ai ripari contro un virus mutato e sempre più rapido: «Omicron raggiungerà tutti, non c’è scampo – avverte Sileri – Non c’è dubbio che entro la fine del 2022, salvo che arrivi un’altra variante, quasi tutta la popolazione avrà incontrato questa variante. Chi è vaccinato sarà più protetto e potrà avere probabilmente una forma più leggera».

Nonostante gli appelli, proseguono le proteste dei No Vax e No Pass in piazza, che nelle ultime manifestazione hanno preso di mira ancora ancora una volta il premier Mario Draghi, considerato «il nemico numero uno», e il governo. «Sono preoccupato da questa progressione di radicalizzazione dei comportamenti e sono preoccupato perché le minacce si stanno personalizzando» riflette Franco Gabrielli, Autorità delegata alla sicurezza, che «senza eccedere in timori», aggiunge: «ma in questo paese abbiamo già vissuto stagioni nelle quali dalle parole siamo passati alle pietre e dalle pietre ai colpi d’arma da fuoco. Non siamo a questo punto ma l’esperienza ci ha insegnato che certe cose possono verificarsi».

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