Il prolungamento delle vacanze natalizie per gli studenti siciliani (fino a domani 12 gennaio con la probabilità che possano ulteriormente prolungarsi) deciso dal governatore Nello Musumeci con l’obiettivo di porre un freno alla diffusione del covid, non è stato condiviso da coloro che ritengono tale provvedimento deleterio per gli studenti.
Cosi il comitato cittadino “Punto-e-a-Capo” di Paternò, un comitato che comprende diversi genitori, ha scritto una lettera indirizzata al presidente del consiglio Mari Draghi, ai ministri della pubblica istruzione e della sanità, al governatore Nello Musumeci, al commissario per emergenza covid per l’area siciliana Pino Liberti e al sindaco Nino Naso.
Nella lettera i componenti del comitato esprimono il disappunto e le preoccupazioni “per le richieste relative alla possibilità di ripristinare la Didattica a distanza nelle scuole della nostra comunità.
Abbiamo criticato in questi due anni le scelte della amministrazione locale in relazione alla gestione del delicato rapporto tra emergenza sanitaria ed emergenza didattica – si legge nella missiva -.Paternò è stato tra i paesi in Italia con il minore numero di giorni scolastici in presenza nelle Scuole dell’infanzia , primaria e secondaria , in zona gialla e arancione, a causa di chiusure arbitrarie e reiterate ordinanze di sanificazione dei locali scolastici da parte dell’Amministrazione . Tali chiusure hanno per mesi interrotto la continuità della Didattica in presenza a Paternò, quando il resto degli alunni andava regolarmente in presenza”.
Il comitato ha timore che tutto ciò provocherebbe o gravi danni a medio/lungo termine per i ragazzi , soprattutto per i più fragili per ragioni economiche sociali e culturali.
“Oggi appoggiamo con forza la scelta dell’attuale governo nazionale che intende giustamente portare avanti la linea del tenere le scuole aperte e di limitare la didattica a distanza- continua la lettera – Quello che constatiamo amaramente ancora una volta e che , nonostante decine e decine di evidenze scientifiche che dimostrano la scarsa presenza del contagio tra le mura scolastiche (il contagio avviene fuori dalla scuola ed è evidente perché l’impennata dei contagi nella nostra comunità a Paternò si è avuta alla fine delle festività natalizie, dopo 15 giorni di scuole chiuse) e i gravissimi danni inflitti a bambini e ragazzi dalla didattica a distanza, persiste il tentativo di decisioni arbitrarie e immotivate da parte degli amministratori locali. Tali richieste sembrerebbero, con nostra grande amarezza, supportate da richieste da parte dei dirigenti scolastici”.
I componenti del comitato hanno evidenziato che la scuola sia un posto sicuro dove le regole di distanziamento e mascherina “siano state sempre osservate e il contagio non avvenga all’interno delle scuole. Noi chiediamo alla politica e ai rappresentanti delle Istituzioni di rientrare a scuola in presenza. La chiusura della scuola è una sconfitta del suo ruolo sociale. Non neghiamo le difficoltà del momento – si chiude la missiva- ma pensiamo responsabilmente che la scuola debba essere costretta a chiudere, come ultima, solo all’interno di un lockdown generale dell’Italia e che coinvolga tutte le categorie Una Politica che tiene al futuro dei giovani non può e non deve ledere gravemente la loro formazione e il loro futuro “.