Si svolgeranno questa mattina i funerali di Jenny Cantarero, alle ore 11.00 nella chiesa della Sacra Famiglia, di viale Mario Rapisardi a Catania.
E oggi è lutto cittadino a Catania. Lo ha stabilito il sindaco Pogliese per l’ultimo saluto a Jenny.
Ieri è stato trovato morto nel cortile di un casolare abbandonato del villaggio Campo di Mare, a Vaccarizzo, alla periferia di Catania, Sebastiano Spampinato, il 30enne sospettato di aver ucciso Giovanna `Jenny´ Cantarero. Il 30enne si è suicidato con un colpo di pistola alla tempia. Spampinato, che era sposato e aveva due figli minori, aveva da poco interrotto una burrascosa relazione con Jenny Cantarero, che andava avanti da almeno 3 anni. Ultras del Catania calcio, il 30enne era impiegato in un centro scommesse in un paese della provincia etnea ed era incensurato.
Di lui non si avevano notizie dalla sera del femminicidio.
La sera del 10 dicembre, secondo la ricostruzione degli inquirenti, Spampinato avrebbe aspettato Jenny fuori dal panificio di Lineri dove lavorava. La vittima era uscita intorno alle 21.45 con una collega e aspettava la madre, che avrebbe dovuto accompagnarla a casa in auto dalla figlia di 4 anni, avuta da una precedente relazione. Ma non ha fatto in tempo. L’uomo, con il volto nascosto da un casco integrale, le si era avvicinato e le aveva sparato ripetutamente con una pistola da una distanza ravvicinata.
L’indagine ha avuto una prima e fondamentale svolta quando i carabinieri hanno accertato l’esistenza di un telefono, in uso a Jenny fino a poco tempo prima, ma sospetto. Con quel numero la ragazza comunicava con Spampinato.
I familiari di lei erano al corrente della relazione, ma non hanno detto nulla agli investigatori.
A mettere i carabinieri sulla pista giusta sono stati anche lo scooter Honda SH 150 di colore scuro che utilizzava il 30enne, intestato alla zia materna, e il casco modello Momo design simili a quelli descritti sul luogo dell’omicidio. Tramite il sistema ricerche targhe è stato rilevato il passaggio dello scooter con a bordo un uomo, nonostante le pessime condizioni meteo e la pioggia battente, in via Fontanarossa in direzione San Giuseppe La Rena, in un orario compatibile sia con la fuga di Spampinato, sia con la residenza della zia dell’uomo, dove aveva trovato appoggio da quando era terminata la relazione con la vittima. La casa della zia era all’interno del villaggio Campo di Mare. Quando sono arrivati i carabinieri, però, Spampinato si era già allontanato.
L’attivazione delle ricerche del fuggiasco ha successivamente consentito di trovare e sequestrare, nei pressi dell’abitazione della madre, lo scooter utilizzato per l’omicidio – che è stato analizzato per riscontrare la presenza di eventuali tracce ematiche -, nonché, lungo lo stradale Cravone, il suo cellulare abbandonato tra l’erba selvatica a margine della carreggiata.
La pressione così esercitata dai carabinieri, anche attraverso numerose perquisizioni domiciliari e una presenza massiccia nelle aree ritenute battute dal fuggitivo, hanno indotto Spampinato a ricercare un ulteriore rifugio, questa volta in un sottotetto di un’abitazione al momento disabitata ubicata sempre nel villaggio Campo di Mare di Catania.
L’uomo, verosimilmente nelle prime ore del 14 dicembre, si sarebbe tolto la vita con un colpo di pistola esploso alla tempia destra. Il sopralluogo effettuato dai carabinieri della sezione investigazioni scientifiche ha consentito di rinvenire e sequestrare un bossolo e l’ogiva esplosi dal suicida, nonché una pistola Beretta modello 92 con matricola punzonata e due caricatori contenenti complessivamente 20 proiettili calibro 9 x 21. L’arma sarà inviata al Ris carabinieri di Messina per gli accertamenti balistici volti a verificare l’utilizzo della stessa anche nell’omicidio Cantarero. La Procura di Catania ha disposto l’autopsia sul corpo dell’uomo, che verrà eseguita nelle prossime ore.
Oggi negli uffici etnei Uil di servizio al cittadino un fiore rosso ricorderà la ragazza assassinata a Misterbianco e tutte le vittime di femminicidio. Si tratta di un gesto simbolico fortemente voluto dalla segretaria generale della Uil di Catania, Enza Meli, in collaborazione con la responsabile Uil Pari Opportunità Serena Vitale, per esprimere la rabbia e il dolore dell’organizzazione e di tutti i cittadini etnei dinanzi a una strage silenziosa che sembra inarrestabile.