A Belpasso l’amministrazione comunale guarda alle donne vittime di violenza dando vita anche nel comune etneo al “reddito di libertà”.
Una iniziativa discussa anche nella riunione della IV commissione consiliare presieduta dal consigliere Salvo Pappalardo. Il reddito di libertà non è altro che un contributo destinato alle donne vittime di violenza, senza figli o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai Servizi Sociali professionali (come quelli Comunali). La misura sostiene le spese per assicurare l’autonomia abitativa e la riacquisizione dell’autonomia personale e il percorso scolastico e formativo dei figli minori. Il reddito di libertà è riconosciuto dall’Inps con un contributo nella misura massima di 400 euro mensili.
Per facilitare la presentazione telematica delle domande all’Inps, è stata attrezzata una specifica piattaforma di collegamento con i comuni italiani che consentirà di inoltrare le domande.
Le domande per il Reddito di Libertà dovranno essere presentate dalle donne interessate direttamente o tramite delegato o rappresentate legale, per il tramite del Comune competente per residenza.
Per avere accesso al Reddito di Libertà bisognerà rispettare i requisiti del Dpcm del 17 dicembre 2020, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale: attestazione della condizione di bisogno ordinario o attestazione della condizione di bisogno straordinario e urgente rilasciata dal Servizio Sociale professionale del riferimento territoriale; dichiarazione che attesta il percorso di emancipazione e autonomia intrapreso dalla donna, rilasciata dal legale rappresentante del centro antiviolenza. Tutte le domande non accolte entro il prossimo 31 dicembre.