“Ciò che è successo alla giornalista Greta è la rappresentazione massima del problema che abbiamo nel Paese, cioè stereotipi culturali secondo i quali se ti permetti di fare un gesto così, per qualcuno non devi neanche prendertela”.
In occasione della presentazione della sua autobiografia, “La vita insegna”, al Palazzo Bianchi di Adrano, il Corriere Etneo ha incontrato l’ex ministro all’Istruzione Lucia Azzolina, la quale ha commentato le molestie sessuali subita dalla giornalista Greta Beccaglia durante una diretta televisiva dell’emittente “Toscana tv”.
Sulla vicenda aggiunge:
“Greta è stata lasciata molto da sola durante questo episodio molto spiacevole. È giusto che l’accusa sia di violenza sessuale, se dobbiamo parlare usando i termini corretti, della legge. Credo che quello che è successo a Greta sia la rappresentazione massima del problema che abbiamo nel Paese, cioè di stereotipi culturali, secondo i quali se ti permetti di fare un gesto così, per qualcuno non devi neanche prendertela. Non è una goliardata – come è stata definita – e non si fa assolutamente. Denota che c’è un problema culturale nel Paese, rispetto a questo tema: ce l’hai con Greta e ce l’hai con tantissime donne che hanno raggiunto delle posizioni di potere. E ce l’hai anche in Parlamento. Io mi sono sentita dire – come racconto nell’autobiografia – che ‘perdere la credibilità è come perdere la verginità’. E queste cose tu le dici solo ad una donna e mai a un uomo. Penso che la scuola, ancora una volta, possa essere il giusto antidoto rispetto a queste dinamiche. Educare alla parità di genere, al rispetto della persona umana. Credo che il lavoro che fanno gli insegnanti, da questo punto di vista, sia ottimo”.
Un tema al quale la Azzolina tiene molto, quello delle donne in generale, ma particolarmente delle donne a lavoro. Nella sua autobiografia, “La vita insegna”, ricorda degli attacchi di natura sessista a lei rivolti, non solo sui social, ma anche negli ambienti del Parlamento. Quello della donna che si afferma professionalmente è ancora una questione spinosa e attuale, come se la donna dovesse sempre giustificarsi perché si riserva un ruolo sociale, che non è sempre quello dell’essere madre.
L’ex ministra ha, inoltre, parlato dell’interrogazione parlamentare da lei presentata dopo essere finita nell’occhio del ciclone per i banchi a rotelle, acquistati da una scuola di Venezia e poi buttati via: “Ho già depositato l’interrogazione parlamentare con le firme di gran parte del gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle. Tutti i presenti l’hanno firmata. Spero si faccia luce, l’episodio di Venezia è un episodio gravissimo. La dirigente scolastica, in quel caso, non aveva nemmeno fatto la delibera con il consiglio d’istituto, ha bypassato tutte le norme. E non può di certo essere accusato il Ministro dell’istruzione per le mancanze di un altro servitore dello Stato, quale la dirigente scolastica. Spero che l’attuale Ministro dell’Istruzione risponda all’interrogazione”.
La decisione di scrivere un’autobiografia muove proprio dal desiderio di riscattarsi dalle tante polemiche – non solo sulla “seduta innovativa” – e dalle fake news da cui è stata investita durante il suo incarico di ministro dell’istruzione del governo Conte bis, ha spiegato nel corso della conferenza. L’istruzione è un tema principe del libro e si è discusso di come le cosiddette “classi pollaio” – sorte dal taglio di otto miliardi di euro all’istruzione, voluto dalla riforma Tremonti-Gelmini – abbiano creato una dispersione scolastica, che non ha permesso di creare dei piani personalizzati per i ragazzi, i quali, così, “si perdono per strada”. L’on. Azzolina, avendo vissuto in prima persona la situazione durante l’esperienza da insegnante, ha raccontato della necessità di dimezzare – nel 2020, da ministro dell’Istruzione – il numero di studenti nelle aule – riducendolo a ventidue –, di creare ulteriori edifici e di moltiplicare il personale scolastico.
“Ho provato ad usare la pandemia per mettere, il più possibile, risorse sulla scuola”. Parlando di “politica dei piccoli passi”, l’Azzolina ha ripensato a come siano state create quarantamila aule in più in tutto il Paese e di come siano state inserite settantamila persone – il famoso organico Covid –, con la volontà di mantenere le scuole in presenza, in seguito all’investimento di risorse, personale, igienizzanti e libri per i ragazzi meno abbienti. L’ex ministra si è mostrata molto critica verso la decisione delle Regioni di chiudere tutto – scuole comprese – per poi far riaprire soltanto negozi, discoteche e impianti sciistici. Tutto ciò a discapito dell’istruzione, che non si pensa come un qualcosa di “produttivo” da un punto di vista economico, perché la scuola “non fa incasso a fine giornata”.
“Da piccola piangevo, perché non avevo libri a casa. Mio nonno, ogni tanto, me ne comprava qualcuno”, ha affermato a inizio conferenza. Quella dell’ex ministro dell’Istruzione è una storia comune a tante donne e a tanti uomini del Sud che, dopo tanti sacrifici e studio, sono costretti ad andare via dalla propria terra. “Con una valigetta di cartone – dico metaforicamente -, piena di sogni, piena di studi”, a ventisei anni parte dalla Sicilia per realizzarsi come insegnante, parlando di “sistema lenzuola” per riferirsi alle lunghe graduatorie del Sud. Proveniente da una famiglia umile, racconta di non aver avuto tutto e subito e di aver capito che non avrebbe avuto alcun tipo di futuro senza un’istruzione, che le avrebbe, al contrario, permesso di avere una marcia in più”.