«Sono contentissimo, ho sempre creduto nella sua innocenza, sono felice, oggi ha vinto la giustizia».
Trattiene a stretto la commozione Paolo Fassa, noto imprenditore trevigiano, sessant’anni di attività alle spalle nel settore dell’edilizia che, sentita la storia di Alex Pompa in televisione, ha deciso di aiutarlo. E per questo ieri non ha voluto mancare alla pronuncia della sentenza della Corte d’Assise di Torino che ha assolto il giovane, che nell’aprile 2020 a Collegno uccise il padre a coltellate per difendere la madre e il fratello dalla violenza del genitore, perché il fatto non costituisce reato
E così, dal giorno in cui ha deciso di aiutare il ragazzo e la sua famiglia, l’imprenditore ottantenne è diventato una sorta di «angelo custode» per Alex, la mamma Maria e il fratello Loris.
«Per caso ho visto un servizio in tv in cui si parlava della storia di Alex – ha raccontato Paolo Fassa mentre era attesa la sentenza – ho ascoltato i racconti degli amici e degli insegnanti e sono state proprio le parole di questi ultimi a colpirmi. Mi hanno impressionato quando lo hanno descritto come un bravo ragazzo, volenteroso, uno studente modello. A quel punto ho deciso che meritava aiuto e io potevo darglielo».
«Ho dieci nipoti, due dei quali poco più grandi di Alex – ha sottolineato ancora l’imprenditore – ho pensato a come potevo aiutarlo e così dopo aver cercato al telefono il preside della scuola, ho interessato un amico affinché mi trovasse a Torino un avvocato penalista tanto bravo da poterlo aiutare. Ci sentiamo spesso al telefono, ogni 15 giorni più o meno. Ho fiducia in lui, ha tutta la vita davanti – ha concluso – e per quanto mi riguarda non lo mollo».
Ed è proprio a lui che Alex si rivolge prima di lasciare l’aula per andare a casa «ci tenevo a ringraziare quell’uomo soprattutto», ha detto il ragazzo avvicinandosi per un abbraccio «perché è davvero un uomo speciale».