Quello 2021 «sarà un Natale libero».
Ne è convinto il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri:
«In Italia abbiamo raggiunto una protezione di comunità senza introdurre l’obbligo». Sembra certo che da qui alla fine dell’anno non ci saranno nuovi lockdown, neppure parziali. Ma sull’onda della quarta ondata che morde l’Europa e dei contagi e dei ricoveri in aumento anche da noi (nelle ultime 24 ore 7569 nuovi positivi, 50 ricoveri e 36 decessi), Palazzo Chigi sta mettendo a punto un dossier che potrebbero portare a una nuova stretta per contrastare la pandemia.
Il primo passo sarà l’obbligo di terza dose sia per il personale medico che per operatori e ospiti delle Rsa. Ma sul tavolo del governo c’è anche l’ipotesi di un rafforzamento dello strumento della certificazione verde. Il green pass potrebbe essere collegato esclusivamente alla vaccinazione o al superamento dell’infezione, escludendo i test antigenici, secondo quanto hanno deciso di fare Austria (che è già andata oltre: da oggi i non vaccinati possono uscire di casa solo per lavorare o fare la spesa) e alcuni land della Germania. Il governo potrebbe dunque adottare due tipi di green pass: uno “leggero” per il mondo del lavoro, ottenibile anche con i test antigenici, e uno “rafforzato” (che può avere solo chi è vaccinato o chi è guarito) per le attività ludiche o ricreative: ristorante, cinema, teatro, stadio. Se passasse questa linea dura, i non vaccinati sarebbero tagliati fuori da tutto.
E se continuasse a non decollare la campagna della terza dose – dato il dimezzamento ormai accertato degli anticorpi a sei mesi dall’iniezione – si potrebbe imboccare anche la strada del ritiro del green pass già ottenuto nei mesi passati e al momento valido per un anno. L’ipotesi è caldeggiata anche da Walter Ricciardi, consulente del Ministero della Salute: chi non fa il booster riceve un’ ammonizione, e, se dopo due o tre mesi ancora non si mette in regola, vedrà il proprio green pass cessare di validità.