Musumeci chiede al Governo la proroga dello stato di emergenza per i 9 comuni etnei colpiti dal terremoto del 2018

Musumeci chiede al Governo la proroga dello stato di emergenza per i 9 comuni etnei colpiti dal terremoto del 2018

Il governatore siciliano Nello Musumeci ha chiesto al governo nazionale di prorogare lo stato di emergenza e la struttura commissariale per la ricostruzione istituiti in seguito al terremoto di Santo Stefano del 2018, che ha causato ingenti danni in nove centri abitati della provincia etnea.

Musumeci ha chiesto al presidente del consiglio dei ministri e al Parlamento di varare al più presto il provvedimento normativo necessario a prolungare le misure straordinarie in scadenza il 31 dicembre 2021, così da potere completare gli interventi in corso e le opere di ricostruzione.

“Il commissario delegato per gli interventi di Protezione civile Salvo Cocina e la struttura commissariale per la ricostruzione guidata da Salvatore Scalia – afferma Musumeci – vanno messi nelle condizioni di portare a termine i compiti per i quali sono stati designati. La Regione non ha competenze in merito, ma serve con urgenza un intervento normativo a livello nazionale affinché vengano estesi i provvedimenti emergenziali in vigore.

Sul fronte della ricostruzione, inoltre, è necessaria una semplificazione delle procedure così come è auspicabile anche il rinnovo del “sisma bonus rafforzato” per i singoli immobili. Confidiamo nella sensibilità del Governo e della Protezione civile nazionale, nonché dei parlamentari di Camera e Senato, affinché si giunga a una pronta soluzione. Dobbiamo assolutamente evitare che centinaia di persone, tutt’oggi ancora sfollate, perdano il contributo per l’alloggio e che la ricostruzione di edifici pubblici e privati resti incompleta”.

Il direttore generale del dipartimento di Protezione civile regionale Salvo Cocina, nella qualità di commissario delegato, ha già presentato a Roma la richiesta di proroga dello stato di emergenza per ulteriori 12 mesi.

Il provvedimento, infatti, scadrebbe a fine anno così come imposto dalla legge 126/2020. Per gli interventi previsti nei comuni interessati dal sisma (Acireale, Aci Catena. Aci Bonaccorsi, Aci Sant’Antonio, Milo, Santa Venerina, Trecastagni, Viagrande e Zafferana Etnea) sono già stati erogati più di 31 milioni di euro degli oltre 33 già autorizzati, su un totale di 41 previsto da una recente rimodulazione. Resta da completare il programma delle opere previste, per il ripristino della viabilità, la messa in sicurezza di edifici scolastici, immobili privati, pubblici e di proprietà dell’Iacp. Era stata la deputata regionale di Attiva Sicilia Angela Foti a presentare un ordine del giorno, approvato dall’aula, per chiedere al governo regionale di attivarsi per sollecitare al premier Draghi la proroga che risulta essere necessaria per proseguire l’iter di ricostruzione. Un iter che, però, secondo Foti sta incontrando criticità irrisolte ed enormi ritardi: da qui la necessità di un confronto tra le istituzioni e i comitati dei terremotati.

“La richiesta della Regione rivolta al governo nazionale per chiedere la proroga dello stato di emergenza è senza dubbio un passo, piccolo, in avanti. Ma il cammino è ancora molto lungo e di passi in avanti ne dobbiamo fare molti perché la ricostruzione sta scontando enormi ritardi e vi sono tante, troppe, criticità irrisolte”, dice Angela Foti.

“Non possiamo continuare ad accettare questa disparità di trattamento tra il sisma della provincia di Catania e altri eventi simili accaduti nel nord e nel centro Italia. Che sia chiaro: non siamo cittadini di serie B e invito le istituzioni, tutte, a dare precisi segnali affinché vi sia un adeguamento normativo e una parità di condizioni”. La Foti ha precisato che “nel caso dei terremoti che nel 2012 hanno colpito Emilia, Lombardia e Veneto e nel 2016 e 2017 il centro Italia sono state prorogate le date dello stato di emergenza e sono stati ampiamente predisposti pacchetti di norme di semplificazione per il trattamento delle pratiche degli edifici da ricostruire. Perché il nostro territorio deve ancora scontare i lacci e lacciuoli di una burocrazia inadeguata e discriminatoria?”.

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