Adrano, in carcere per scontare l’ergastolo i due assassini di Arcoria: un credito di 5 mila euro alla base del delitto

Adrano, in carcere per scontare l’ergastolo i due assassini di Arcoria: un credito di 5 mila euro alla base del delitto

Nella mattinata di oggi, personale della Squadra Mobile (S.C.O.) e del Commissariato P.S. di Adrano hanno dato esecuzione all’ordine per la carcerazione,

emesso in data 28.10.2021 dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte D’Appello di Catania, traendo in arresto i pregiudicati Vincenzino Scafidi (cl.1970) e Nunzio Lo Cicero (cl. 1976), condannati, in via definitiva, alla pena dell’ergastolo perché riconosciuti colpevoli, in concorso tra loro, dei reati di omicidio aggravato, detenzione e porto illegale di arma da fuoco e distruzione di cadavere, in danno di Carmelo Arcoria.

La condanna accoglie gli esiti di attività di indagine avviate il 15 dicembre 2010 a seguito del rinvenimento, in località Adrano contrada Ponte dei Saraceni, di resti umani carbonizzati all’interno di un’autovettura totalmente distrutta dalle fiamme. I resti sono stati ricondotti ad Arcoria, del quale era stata denunciata la scomparsa presso il Commissariato P.S. di Adrano il 14 dicembre 2010 dalla moglie, che aveva indicato di non averlo più visto dal pomeriggio del giorno precedente.

Carmelo Arcoria gestiva una cooperativa che si occupava della raccolta di agrumi

e dal complesso delle investigazioni è emerso che era coinvolto in un giro di false attestazioni di giornate lavorative dei braccianti agricoli, dirette ad ottenere indebite indennità di disoccupazione.

Le investigazioni hanno evidenziato un credito di 5000 euro che la vittima vantava nei confronti di Vincenzino Scafidi, con il quale intratteneva da lunga data rapporti di lavoro e che il pomeriggio del 13 dicembre 2010 avrebbe dovuto incontrare per discutere della restituzione della somma.

Dall’analisi del traffico telefonico si accertava

che, tra il 12 e il pomeriggio del 13 dicembre 2010, c’erano stati ripetuti contatti telefonici tra Scafidi e Arcoria, contraddicendo le dichiarazioni rese dal primo agli inquirenti.

Inoltre, nel corso dell’attività tecnica posta in essere nei confronti di Scafidi si registrava una conversazione nella quale l’uomo si attribuiva, con dovizia di particolari, la paternità del delitto, consumato con la complicità di Nunzio Lo Cicero, anch’egli legato alla vittima da rapporti di affari.

Espletati gli adempimenti di rito i due arrestati, cosi come disposto dall’autorità giudiziaria sono stati associati presso la Casa Circondariale di Termini Imerese (PA).

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