I Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale hanno arrestato un catanese 22enne, ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e minaccia.
Intorno alle 13:30 l’equipaggio di una pattuglia del Radiomobile, a seguito di una telefonata al 112 da parte dei residenti, è stato indirizzato in via Grassi per una violenta lite in famiglia.
Una signora, alla vista della gazzella, ha tentato di attirare la loro attenzione dal balcone chiedendo disperatamente aiuto ed i militari quindi, subito saliti nell’appartamento in questione, hanno trovato i segni inequivocabili di una lotta con le suppellettili rotte o a terra, la porta della cucina con il vetro infranto e sangue sparso per tutta la casa.
Subito hanno individuato il 22enne, figlio della 53enne che aveva chiesto il loro aiuto, che era in preda ad evidente alterazione psichica e sporco di sangue per le ferite conseguenti alla rottura della vetrata ma che, anche in loro presenza, cercava di aggredire il fratello 18enne minacciandolo di morte.
I militari hanno richiesto l’ausilio di personale del 118 che ha provveduto a trasportare l’esagitato presso il pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi dove quest’ultimo, imperterrito, gridava ancora di voler uccidere il fratello.
La donna ha poi raccontato ai militari che il figlio maggiore è schiavo della droga, assumendo quotidianamente cocaina e crack ed oltretutto facendo anche un uso smodato di sostanze alcoliche e che, proprio quella mattina, aveva tentato di uccidere il fratello con un oggetto contundente ma di non esservi riuscito per l’interposizione dapprima sua e poi anche del fratello minore di 17 anni, procurandosi però ferite sanguinanti per aver dato un pugno al vetro della porta.
La donna ha altresì loro riferito che tali episodi si ripetevano purtroppo frequentemente, aggiungendo di non aver mai voluto denunciare il figlio, fino a quel giorno, nella speranza che la situazione potesse migliorare.
L’arrestato è stato associato al carcere siracusano di Noto, in attesa delle determinazioni dell’autorità giudiziaria.