Attenzione alta, sul territorio della provincia di Catania, per la raccolta e il consumo di funghi freschi spontanei.
Nei giorni scorsi, nella zona etnea, è stato accertato il primo caso di intossicazione da Chlorophyllum molybdites, trattato presso il pronto soccorso dell’ospedale di Acireale. Si tratta della prima intossicazione, nella stagione corrente, di questa specie fungina presente in America, Africa e nelle regioni temperate e sub-tropicali di tutto il mondo, ma che da qualche anno risulta molto presente anche nel territorio etneo. Lo scorso anno sono stati 6 i casi di intossicazione da Chlorophyllum molybdites, che hanno interessato 13 soggetti.
Questa specie è facilmente confondibile con la ricercata Macrolepiota procera (Mazza di tamburo, volgarmente chiamata cappiddini), che è invece una specie commestibile e largamente raccolta e consumata. La Chlorophyllum molybdites è responsabile di intossicazioni gastrointestinali a breve latenza con complicanze neurologiche, che rendono spesso necessario il ricorso al Pronto Soccorso. Questa intossicazione viene definita Sindrome Morgana (Morganismo).
“Voglio ancora una volta ribadire l’appello ai cittadini ad un consumo attento e responsabile di funghi freschi spontanei. Tutte le partite di funghi spontanei, raccolti occasionalmente o posti in vendita, devono essere accompagnate da tagliando di avvenuta certificazione da parte dell’Asp – ha sottolineato Elena Alonzo, direttore del Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione (Sian) dell’Azienda sanitaria catanese -. Questa certificazione garantisce la commestibilità dei funghi e riporta altresì la data entro la quale gli stessi vanno tassativamente consumati”.
La Chlorophyllum molybdites non è però l’unico rischio per i consumatori di funghi. L’attenzione dei micologi dell’Asp di Catania si rivolge, infatti, anche ai funghi a pori rossi, cosiddetti muss’i voi, russeddi, funci niuri, in quanto sotto tale dizione volgare i venditori occasionali della zona dell’Etna erano soliti vendere funghi appartenenti alle specie di Boletus luridus (Suillellus luridus), Boletus erythropus (Neoboletus luridiformis), Boletus rhodoxanthus (Rubroboletus rhodoxanthus) e Boletus luteocupreus (Imperator luteocupreus). Da sottolineare che se alcune specie, pur risultando commestibili dopo trattamento di prolungata e completa cottura, non possono essere commercializzate (Boletus luridus, Boletus erythropus), altre (Boletus rhodoxanthus, Boletus luteocupreus) sono da considerarsi tossiche, provocando sindrome gastrointestinale.