Paternò, otto mesi al voto per le amministrative: sotto la cenere arde il fuoco (speriamo sia passione e non furberia)

Paternò, otto mesi al voto per le amministrative: sotto la cenere arde il fuoco (speriamo sia passione e non furberia)

Ottobre è arrivato. Mancano solo otto mesi alle prossime elezioni amministrative di Paternò.

Archiviata Caltagirone – conquistata dal centro sinistra – in attesa di Adrano e Misterbianco – test importante per capire i nuovi equilibri territoriali. Già dal prossimo fine settimana sapremo di che colore si tingono le due importanti città etnee.
In questo clima di attesa anche a Paternò sotto la cenere arde il fuoco.

Nessuno ha il coraggio di lanciarsi nella fuga verso il traguardo.

Tatticismi, strategie, depistaggi, intrighi e tanto spionaggio. I nomi sono solo sussurrati, evocati, per paura di essere impallinati dalla contraerea nemica. Una gara ciclistica dove il capitano non si scopre, si nasconde, aspetta. Per adesso lavorano solo i gregari, le seconde linee, per stabilire il momento giusto per scattare, in salita, quando la pendenza è impossibile, per sperare di staccare l’avversario in crisi, magari usando un rapporto che straccia le gambe dei concorrenti.

Ma chi sono i capitani? Chi sono i candidati. A otto mesi nessuna certezza nemmeno dal sindaco uscente.

Paternò, otto mesi al voto per le amministrative: sotto la cenere arde il fuoco (speriamo sia passione e non furberia)Nessuna certezza sulle squadre che sosterranno il candidato. Solo ipotesi, mezze promesse, accordi da ratificare. Tutti in attesa di un soffio di vento inatteso. Si rischia di arrivare al traguardo con il gruppo – per utilizzare una metafora ciclistica – e allora può vincere chiunque, un velocista qualunque, l’ultimo arrivato o il più esperto. Ma per vincere serve coraggio, voglia di sfidare la montagna per conquistare la vetta, per entusiasmare il pubblico (gli elettori). Coppi, Bartali, gli eroi del giro d’Italia e del Tour de France. Gente che buttava il coraggio oltre lo steccato, che sfidava la gravità, che sfiorava gli dei dell’olimpo. Capitani coraggiosi senza paura.

Più passa il tempo e più la gente capisce una sola cosa, i giochi sono fatti e la politica perde di credibilità.

La bassa percentuale di votanti (la media nazionale è del 50%) è la dimostrazione della crisi dei politicanti e delle strategie dell’incoerenza. I dati siciliani dimostrano che inaugurare qualunque opera pubblica, risanare bilanci ed essere presenti sui social permanentemente non è garanzia di successo. Anzi, è stato dimostrato esattamente il contrario. Le ragioni del voto sono imprevedibili ma una cosa è certa: la gente non si fa prendere in giro. Vuole credibilità, coerenza, affidabilità senza maliziose alchimie, di quelle fluide e improvvisate. E vuole sapere adesso, perché più tempo si perde e più sembra che qualcuno sta facendo minestroni avariati. Le sigle politiche sono solo un pretesto, servono aggregazioni di gente motivata, per bene, competente, credibile e trasversale (ma da subito, non all’ultimo momento per convenienza).

L’elettore vuole entusiasmo, credere in un’idea, vederla attraverso gli uomini che la debbono interpretare.

Paternò, otto mesi al voto per le amministrative: sotto la cenere arde il fuoco (speriamo sia passione e non furberia)Non vuole solo il singolo candidato ma l’intera squadra e vuole vederli in faccia, li vuole impegnati lungamente in città e non apparire all’ultimo momento, come un messia o peggio ancora: scusate non abbiamo altro da proporvi. Stavolta l’elettore non capirebbe e resterebbe a casa e chi andrà a votare potrebbe decidere di votare per un “candidato qualunque” solo per fare un dispetto ai “Soloni” della politica, a quelli “spetti” che pensano di sapere tutto e gestire le masse. Non è così, non è più così. L’elettore è stanco ma nello stesso tempo più maturo, conosce i rischi che corre la città. Tra meno di otto mesi la neve si scioglierà e tutto verrà alla luce, chi ha seminato raccoglierà, chi ha aspettato il momento migliore resterà ad aspettare senza nulla in mano. La città è sveglia, la politica un po’ meno.

Attendere prego, attendere prego.

Qualcuno potrebbe chiudere il telefono e allora si passeranno otto mesi a veder girare i pollici e come finisce finisce. Un vero peccato per questa comunità. Tutti aspettano l’investitura, la proclamazione, la benedizione: ma di chi? Sembra chiaro, se c’è qualcuno che vuole candidarsi, lo faccia. Qualcuno critica ogni possibile soluzione: si candidi e lo dica pubblicamente. Qualcuno tesse, tesse, tesse, ma rischia di restare solo a casa con un bel tappetino per il bagno nuovo. Coraggio, venite fuori. Rischiate un pochino. L’elettore vuole misurare l’ardore, la passione, la determinazione del candidato e della sua squadra, non le furberie dentro le stanze segrete. L’elettore vuole toccare con mano, da subito, il programma politico, la nuova idea per la città o la sua possibile declinazione; vuole dare un contributo. Non fidatevi del silenzio della gente, è solo stanca e sfiduciata. Non fidatevi dei sorrisi, delle condivisioni, delle frasi fatte per accontentarvi. Non fidatevi: l’elettore al momento giusto, nel segreto dell’urna, voterà il candidato che risulterà più credibile. Due, tre, quattro liste. Partiti, movimenti, liste civiche. L’elettore guarderà il volto, lo sguardo, la sincerità, la coerenza degli uomini e delle donne che ci metteranno la faccia. Adesso, ora, presto.

Paternò, otto mesi al voto per le amministrative: sotto la cenere arde il fuoco (speriamo sia passione e non furberia)Le prossime elezioni a Paternò saranno caratterizzate da una carenza di candidati al consiglio comunale, mi riferisco alle candidature serie non a quelle per riempire le liste tanto per fare volume. Il motivo? Poca credibilità dei processi che determinano le candidature, poche certezze sulle alleanze, poche persone per bene in prima linea, sfiducia nei candidati sindaco e nella squadra. Se le recenti elezioni non hanno insegnato nulla allora siamo messi male.

E dopo ci sono le regionali in Sicilia. Forse è meglio separare le due cose, prima che ne venga fuori una marmellata avariata. Questa città ha bisogno di un nuovo corso, che sia il sindaco uscente o l’eventuale nuovo soggetto che può incarnare il cambiamento e l’innovazione poco importa. La città ha bisogno di cambiare rotta. Anche nella gestione delle candidature. Non facciamo nomi, ma se non si ha il coraggio oggi di avanzare le proprie idee, di proporsi come candidati, ritiratevi sull’Aventino e passate la mano e quelli che sanno rischiare. La gente non ha bisogno di tatticismi e furberie ma di lavoro, servizi, sicurezza, opportunità, bellezza, accessibilità, pulizia, per davvero, non per scherzo. Più passa il tempo e più l’elettore ha la sensazione che è tutto finto e presenterà il conto salato alla politica.

Riguardo l'autore Francesco Finocchiaro

Architetto vitruviano. Credente convinto e appassionato delle religioni. Vive il suo lavoro come una grande passione . Esplora gli innumerevoli paesaggi dell’arte: dalla poesia al giornalismo, dall’architettura alla grafica, dalla comunicazione alle strategie urbane. Docente di storia dell’arte e filosofo dell’abitare. Convinto sostenitore del futurismo e che l’innovazione ha le sue radici nella memoria. Vorace lettore di Papa Francesco, di Pablo Neruda, Lucía Etxebarria e Omero. Vive l’architettura come un Pitagorico, in forma mistica e monastica come il suo architetto preferito, Peter Zumthor.

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